In genere quando si affronta l’argomento delle pensioni di invalidità la domanda più comune è cosa accade al trattamento per disabili nel momento in cui un contribuente compie i 67 anni di età e quindi arriva all’età pensionabile. Ma questo quesito riguarda chi ha preso prima la pensione di invalidità o altri trattamenti collegati alla disabilità, e poi deve passare alla pensione di vecchiaia. C’è però anche chi si trova con il quesito opposto. Ovvero cosa deve fare per prendere la pensione di invalidità o un trattamento di questo genere, se prende già la pensione di vecchiaia. Chi è in pensione può prendere anche la pensione di invalidità? La domanda è quella che si pone il nostro lettore del quesito di oggi.
“Sono un vostro affezionato lettore e volevo un chiarimento. Mio padre, di 80 anni, vedovo, prende la pensione di vecchiaia. Prende 1.200 euro al mese. Adesso ha iniziato ad avere seri problemi di salute. Voglio provare con la domanda di invalidità civile. Ma se viene riconosciuto invalido, ha diritto alla pensione di invalidità anche se prende già la pensione di vecchiaia?”
Chi è in pensione può prendere anche la pensione di invalidità? A volte sì, ecco come
Pensione di vecchiaia e pensioni di invalidità non sono cumulabili. Partendo da questo concetto bisogna però approfondire il campo. Perché come sempre esistono eccezioni, regole particolari e misure che sono differenti come impostazione.
Iniziamo con il dire che è oggettivo il fatto che la pensione di invalidità non si cumula con la pensione di vecchiaia per il solo fatto che chi prende i trattamenti per disabili giunti all’età pensionabile passano automaticamente a prendere la pensione di vecchiaia.
Il trattamento che deve sempre essere unico, viene quindi calcolato di nuovo in base ai contributi che ha versato il diretto interessato. E se non c’è diritto alla pensione di vecchiaia perché, per esempio, mancano i 20 anni di contributi, si passa all’assegno sociale.
Le differenze tra le varie misure sono sostanziali. Perché una cosa è parlare di pensione di vecchiaia che è un trattamento previdenziale basato sulla carriera del contribuente. Un’altra cosa sono trattamenti di spiccata natura assistenziale come lo sono le pensioni di invalidità o l’assegno sociale. In linea di massima l’INPS quando deve passare ad erogare una prestazione invece che l’altra, nel ricalcolo concede al contribuente il trattamento a quest’ultimo più favorevole. Una cosa che per le pensioni di vecchiaia in genere non accade visto che sono quasi sempre più alte dei trattamenti assistenziali, soprattutto se legati alle disabilità.
Pensioni di invalidità insieme alle pensioni di vecchiaia, ecco perché non è possibile
In linea di massima una pensione di vecchiaia non ha alcun collegamento al reddito del diretto interessato. Perché la pensione è un traguardo che si raggiunge dopo aver messo da parte dei soldi e cioè dopo aver versato i contributi. Nella stragrande maggioranza dei casi invece un trattamento assistenziale è quasi sempre legato ai redditi del diretto interessato e del suo coniuge se presente.
Fosse solo per questo motivo, evidente che chi prende una pensione di vecchiaia ha un reddito derivante da questa pensione che difficilmente è talmente basso da rendere migliori i trattamenti assistenziali.
Ma se l’assegno sociale ha solo un parametro reddituale da rispettare, la pensione d’invalidità civile o di inabilità prevede che l’interessato abbia anche un grado d’invalidità pari al 100%. Per natura la prestazione è erogata solo a soggetti che hanno un’età compresa tra i 18 ed i 67 anni. Perché a 67 anni scatta l’ora della pensione di vecchiaia. Oltretutto nel 2025 per prendere il trattamento per disabili serve non avere un reddito personale oltre 19.772 euro. Esiste per i disabili anche l’assegno mensile di assistenza per chi ha una disabilità di grado compreso tra il 74% ed il 99%. Ed in questo caso la soglia reddituale da non superare è pari a 5.771 euro.
Ecco il caso dell’indennità di accompagnamento
Niente da fare quindi, perché in effetti sia per redditi che per questioni anagrafiche i trattamenti per gli invalidi prima descritti non si possono cumulare con le pensioni. Chi è in pensione non può prendere pure la pensione di invalidità. Ma c’è una eccezione che riguarda l’indennità di accompagnamento. In questo caso infatti parliamo di una prestazione scollegata dai redditi, indipendente dall’età e che riguarda invalidi davvero gravi. Si tratta di soggetti che oltre ad essere invalidi al 100% hanno anche difficoltà a svolgere le normali azioni o attività della vita quotidiana senza l’ausilio di un accompagnatore terzo. In questo caso un titolare di pensione di vecchiaia come il padre del nostro lettore, può avere diritto all’indennità di accompagnamento prendendo di fatto due trattamenti insieme, uno previdenziale ed un’altro assistenziale.

