Dal 2000 il tuo quotidiano indipendente su Economia, Mercati, Fisco e Pensioni
Oggi: 05 Dic, 2025

Cosa succede a 62 anni sulle pensioni nel 2026

Nel 2026 senza la pensione a 62 anni cosa succede? Ecco gli scenari tra addio a quota 103 e la sua conferma anche l'anno venturo.
2 settimane fa
2 minuti di lettura
pensione 5 anni di contributi.
Foto © Licenza Creative Commons

Tiene banco il pacchetto pensioni della prossima legge di Bilancio. Nonostante tutto sembrasse ormai ben delineato, e con il governo che nella bozza aveva tracciato i punti essenziali del pacchetto, qualcosa rischia ora di cambiare nuovamente. Nel meccanismo entra con forza il problema delle pensioni a 62 anni nel 2026: chi compie questa età a partire da gennaio prossimo chiede conferme e chiarimenti sul proprio futuro previdenziale.

“Gentile esperto, volevo un chiarimento perché rischio di diventare matto dietro a notizie spesso contrastanti che incontro sulla mia strada. Sono nato il 20 giugno 1964. L’anno prossimo compio 62 anni e, come carriera, pregustavo la possibilità di andare in pensione con quota 103 o con la quota 41 flessibile, che il governo avrebbe dovuto varare.

Adesso invece un giorno sento dire che il governo ha chiuso quota 103 e non l’ha attivata per il 2026. Naturalmente sento dire che di quota 41 flessibile non c’è nemmeno traccia. Però allo stesso tempo mi dicono che c’è chi spinge per attivare quota 103 pure l’anno prossimo. Ma allora cosa succede? Devo capire come muovermi, per programmare l’uscita o per trovare continuità lavorativa fino al 2028, quando maturerò la pensione anticipata.”

Cosa succede a 62 anni sulle pensioni nel 2026

Prima di tutto vanno analizzati i punti chiave che il governo ha deciso di inserire nella legge di Bilancio 2026 in materia pensionistica. I principali sono:

– aumento dei requisiti per il biennio 2027-2028;
– bonus da 20 euro al mese per le pensioni minime;
– conferma dell’Ape sociale per il 2026;
– stop al 31 dicembre 2025 per opzione donna e quota 103.

Poca cosa per chi si aspettava novità rilevanti sul fronte delle pensioni.

Nessuna nuova misura di anticipo e, anzi, alcune misure eliminate, almeno stando alla bozza. Ma una cosa è la bozza, un’altra la legge di Bilancio definitiva. Ora bisogna valutare i numerosi emendamenti presentati alla manovra. Le proposte correttive non mancano, e alcune riguardano proprio le pensioni.

Secondo alcuni organi di stampa — dichiaratamente critici verso il governo — la Lega si starebbe opponendo alla versione attuale del pacchetto pensioni, chiedendo modifiche significative. Tra queste, ci sarebbero nuove chance per la pensione a 62 anni nel 2026.

Addio a quota 103 o no? Ecco il punto della situazione nella legge di Bilancio

Dopo la UIL, che con alcuni emendamenti ha proposto il ripristino dell’opzione donna nel 2026 nella versione “classica” (cioè senza gli attuali vincoli), ora è la volta di quota 103. Secondo diversi media, la Lega — pur essendo parte della maggioranza — chiede con forza al governo di confermare quota 103 anche nel 2026. Inoltre continua a chiedere il blocco degli aumenti dei requisiti contributivi nel 2027 e 2028, aumenti che la bozza della manovra invece prevede.

Tornare a parlare di quota 103 nel 2026 significherebbe riportare la possibilità di pensionamento a 62 anni, un’opzione che certamente farebbe piacere al nostro lettore. Le richieste avanzate dalla Lega sembrano infatti muoversi tutte nella stessa direzione: evitare penalizzazioni per lavoratori nella sua situazione, che rischiano di essere colpiti due volte dall’attuale testo della manovra.

Il ritorno della pensione a 62 anni nel 2026, ecco perché se ne parla

Perché alcuni rischiano una doppia penalizzazione? Una persona che nel 2026 compie 62 anni e completa 41 anni di contributi non potrà andare in pensione con quota 103, a differenza di chi ha raggiunto i requisiti nel 2024 o nel 2025. Va ricordato che la misura comporta comunque una forte penalizzazione contributiva, motivo per cui è stata poco utilizzata. Tuttavia resta pur sempre una forma di uscita anticipata che nel 2026, allo stato attuale, verrebbe eliminata.

Per chi nel 2026 matura i 41 anni di contributi, senza quota 103 si profilerebbe l’obbligo di continuare a lavorare fino al 2028, per accedere alla pensione anticipata ordinaria. E dal 2027 i requisiti saliranno ulteriormente:

– nel 2027 serviranno 42 anni e 11 mesi di contributi;
– nel 2028 43 anni e un mese.

A questi valori vanno aggiunti i 3 mesi di finestra per la decorrenza del trattamento.

Ecco perché, allo stato attuale, non solo c’è chi deve dire addio alla pensione a 62 anni nel 2026, ma rischia anche di affrontare un aumento dei requisiti proprio negli anni successivi. Una combinazione che renderebbe l’uscita dal lavoro più lontana e più costosa in termini di carriera contributiva.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

pensione dicembre
Articolo precedente

A dicembre pensione più alta, ecco tredicesima, bonus e somme aggiuntive

Franco svizzero da record con l'euro
Articolo seguente

Franco svizzero da record, lavoratori transfrontalieri in festa e rendimenti ai minimi da inizi 2022