Anche se alcune spigolature restano da limare, l’occasione più propizia per farlo sarà quella degli emendamenti alla legge di Bilancio, che i parlamentari potranno presentare in Senato. Tuttavia, sulla rottamazione quinquies – la nuova edizione della Pace Fiscale – si può già tracciare un quadro chiaro: funzionamento, date, scadenze e modalità sono ormai ben definiti.
Ecco quindi 10 risposte alle domande più frequenti sulla nuova rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali.
1) Quali cartelle esattoriali si potranno risolvere con la nuova rottamazione quinquies?
Le cartelle da inserire nella rottamazione quinquies devono riguardare debiti affidati all’Agente della Riscossione.
In pratica, si tratta di somme gestite dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione (ADER) o, se più datate, dall’ex Equitalia.
Il periodo di riferimento è ben preciso: dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2023.
Solo le cartelle affidate alla riscossione in questi anni potranno essere sanate con la nuova misura.
2) Rottamazione quinquies: cosa si risparmia con l’adesione?
Come per le precedenti edizioni, la rottamazione quinquies prevede sconti significativi.
Il contribuente pagherà solo l’imposta o la tassa originaria, senza interessi, sanzioni né diritti di riscossione.
Il taglio può superare il 50% del debito complessivo, a seconda dell’età delle cartelle: più sono vecchie, più elevata è la parte di somme aggiuntive che viene cancellata.
3) Come deve avvenire il pagamento?
La principale novità della rottamazione quinquies è la rateizzazione.
Fino alla “quater”, infatti, era possibile pagare in massimo 18 rate trimestrali.
Ora, con la quinquies, il piano diventa più lungo e più flessibile: fino a 54 rate bimestrali, pari a 9 anni di versamenti.
Il contribuente potrà anche scegliere di saldare tutto in un’unica soluzione.
4) Cosa succede se non pago le rate?
Il pagamento della prima rata vale come avvio ufficiale della sanatoria.
Le rate successive vanno però versate puntualmente, con una tolleranza di 5 giorni rispetto alla scadenza.
Chi salta più di due rate, anche non consecutive, decade dai benefici della definizione agevolata.
5) Cosa succede alle rate già versate in caso di decadenza?
Questa è una delle novità più favorevoli rispetto alla “quater”.
Con la rottamazione precedente, bastava saltare una sola rata per perdere tutto.
Ora, invece, si può mancare fino a due pagamenti.
In caso di decadenza, il debito torna al suo importo originario, comprensivo di sanzioni, interessi e aggio, ma le rate già pagate vengono scomputate come acconti.
6) Come si presenta la domanda?
La procedura resta interamente telematica.
Il contribuente deve accedere al portale dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, nella sezione dedicata alla “definizione agevolata delle cartelle”, e compilare la richiesta.
L’accesso avviene tramite SPID, CIE o CNS, oppure con l’aiuto di un intermediario abilitato.
7) Entro quando bisogna presentare la domanda?
Dopo l’approvazione della legge di Bilancio, è previsto un decreto attuativo entro 60 giorni.
Pertanto, la procedura dovrebbe partire entro marzo 2026.
La scadenza per presentare la domanda di adesione è fissata al 30 aprile 2026.
8) Quando si dovranno pagare le rate?
Entro il 30 giugno 2026, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione comunicherà l’esito delle domande.
La prima rata (o il pagamento in unica soluzione) scadrà il 31 luglio 2026.
Nel 2026 sono previste altre due scadenze: 30 settembre e 30 novembre.
Negli anni successivi, le rate avranno cadenza bimestrale, con scadenze fisse al 31 gennaio, 31 marzo, 30 maggio, 31 luglio, 30 settembre e 30 novembre.
9) Chi decide il numero delle rate?
Il numero massimo di rate – 54 – è una possibilità, non un obbligo.
Sarà il contribuente a scegliere il piano di dilazione al momento della domanda, ma entro limiti precisi: la rata minima non può essere inferiore a 100 euro.
Di conseguenza, chi ha debiti più bassi potrà accedere solo a piani più brevi.
10) È obbligatorio inserire tutte le cartelle?
No, la rottamazione quinquies è flessibile anche nella scelta delle cartelle.
Il contribuente può decidere quali inserire nel modulo di richiesta, purché rientrino nel periodo tra 2000 e 2023.
Questa libertà può essere utile, ad esempio, a chi vuole:
- limitare l’importo complessivo delle rate;
- verificare la legittimità di alcune cartelle prima di sanarle.
In sintesi, la rottamazione quinquies rappresenta una Pace Fiscale più ampia e più flessibile rispetto alle versioni precedenti:
più tempo per pagare, più tolleranza sulle rate, e la possibilità di scegliere quali debiti sanare.
Resta da vedere se gli emendamenti in Senato apporteranno ulteriori miglioramenti, ma già ora il quadro appare più equo e sostenibile per i contribuenti.