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Oggi: 05 Dic, 2025

Pensioni dentro la legge di Bilancio, si cambia: emendamenti alla manovra finanziaria

Pensioni nella legge di Bilancio, ecco eventuali emendamenti a correzione del testo della manovra finanziaria del governo.
3 settimane fa
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legge di bilancio pensioni
Foto © Investireoggi

La partita sulle pensioni non è finita. Sono bastate alcune dichiarazioni del Vicepremier e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini per generare interesse su un capitolo che la bozza della legge di Bilancio licenziata ad ottobre dal Consiglio dei Ministri, sembrava avesse chiuso. A margine di un appuntamento sulla campagna elettorale per le Regionali, il leader dela Lega ha dichiarato che il suo partito sta preparando emendamenti alla legge di Bilancio sulla rottamazione delle cartelle per estenderla. Ma ha anche detto che di emendamenti ce ne saranno anche sulle pensioni. E che il Sottosegretario leghista Claudio Durigon sta lavorando proprio su questo.

Emendamento significa proposta di correzione del testo della legge di Bilancio su determinati punti a cui lo stesso emendamento fa riferimento. Di conseguenza non si escludono novità su un testo della legge di Bilancio che sulle pensioni ha parzialmente deluso quanti si aspettavano novità più concrete.

Pensioni dentro la legge di Bilancio, si cambia: emendamenti alla manovra finanziaria

L’attenzione sulla legge di Bilancio adesso guarda alle proposte correttive degli emendamenti che nel dettaglio di Palazzo Madama e quindi per il Senato della Repubblica, hanno una data di scadenza ben precisa fissata al 14 novembre. Venerdì prossimo scadono i termini per presentare in Commissione Bilancio al Senato davanti al Presidente Nicola Calandrini (in forza a FDI), le proposte di modifica. Emendamenti che sono liberi di presentare tutti i parlamentari e i gruppi e su ogni decreto legge, compreso quello di Bilancio.

Ma se davvero anche le pensioni finiranno dentro queste proposte di correzione, cosa potrebbe cambiare? Almeno dal punto di vista della Lega le cose che il Carroccio vorrebbe mettere dentro sono chiare da tempo.

La Lega era fautrice per esempio del blocco totale dell’aumento dei requisiti per le pensioni previsto dal 2027. Si tratta del noto incremento dei requisiti per le pensioni, prima tra tutte l’età pensionabile, che dal 2027 dovrebbe essere applicato.

Il governo non ha confermato il blocco come la Lega da tempo auspicava. Ha solo posticipato di un anno l’aumento pieno di 3 mesi previsto dopo i dati ISTAT sulle aspettative di vita della popolazione. Infatti è stato inserito nella bozza della manovra che adesso è in Senato, un aumento minimo di un solo mese nel 2027, per poi passare a 3 mesi di aumento (ulteriori 2 mesi quindi), dal 2028. Inevitabile che dalla Lega arrivino emendamenti che chiederanno il blocco dell’aumento dei requisiti.

Ecco alcuni emendamenti potenziali sulle pensioni nella legge di Bilancio in Senato

Ma non sono esclusi emendamenti su autentici cavalli di battaglia leghisti. Non si prevede il ritorno di fiamma di quota 41 per tutti perché nel tempo anche alla Lega hanno, forse, capito che si tratta di una misura troppo costosa per le casse dello Stato. E allora si potrebbe tornare a proporre la quota 41 flessibile. Una misura che sembrava avesse fatto breccia in molti e che poi è stata accantonata nel momento di mettere in piedi la manovra finanziaria.

Per le pensioni nella legge di Bilancio adesso si potrebbe tornare a parlare della misura che prende il posto di quota 103.

Infatti quest’ultima misura viene di fatto bloccata al 31 dicembre 2025. Non ci sarà più una quota 103 da sfruttare l’anno venturo. Ecco quindi che la quota 41 flessibile potrebbe fare comodo. Anche perché diventerebbe migliore della stessa quota 103, anche congelando i due requisiti soliti, e cioè i 62 anni di età ed ui 41 anni di versamenti.

Per la quota 41 flessibile si andrebbe nella direzione di concedere l’anticipo ma tagliando la pensione del 2% all’anno per ogni anno di anticipo prima dei 67 anni di età. un taglio nettamente inferiore a quello dettato dal calcolo contributivo previsto da quota 103. A maggior ragione se si conferma l’ipotesi di congelare qualsiasi penalizzazione di assegno per i titolari di un ISEE in corso di validità inferiore a 35.000 euro.

A Palazzo Madama possono tornare in auge molte ipotesi che parevano tramontate

Ma un emendamento che molti attendono potrebbe essere quello della pensione a 64 anni per tutti e non più esclusiva di chi ha tutti i suoi contributi versati dopo il 1995. Le chance che si torni a parlare di questa misura negli emendamenti sono alte anche perché si tratta di una misura che fu proprio Claudio Durigon a suggerire.

Si potrebbe così andare in pensione a 64 anni di età con 25 anni di versamenti, ma solo se l’interessato riesce nell’autentica impresa di arrivare ad un trattamento che arriva a 3 volte l’assegno sociale. Impresa che potrebbe essere completata dagli interessati, o usando quanto hanno maturato come rendita nei fondi pensione complementari e integrativi. O usando il TFR come aggiunta. Per le pensioni nella legge di Bilancio quindi, partita aperta è dire poco.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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