Dal 2000 il tuo quotidiano indipendente su Economia, Mercati, Fisco e Pensioni
Oggi: 05 Dic, 2025

Ben 5 anni di pensioni perse, ecco perché accade tutto questo nel sistema previdenziale

Sono 5 anni di pensioni perse secondo i dati di Bankitalia durante le audizioni Parlamentari alla manovra finanziaria.
4 settimane fa
2 minuti di lettura
La pensione con 30 anni di contributi nel 2026, ecco tagli, penalizzazioni o limiti a cui sono assoggettati i richiedenti l'Ape sociale.
Foto © Licenza Creative Commons

Il governo nella legge di Bilancio non è riuscito ad arrivare in porto con la promessa di bloccare l’aumento dei requisiti di accesso alle pensioni dal 2027. Però qualcosa, anche se duramente criticata, l’ha fatta. Ha fatto slittare di un anno il vero incremento che deriva dai dati ISTAT sull’aspettativa di vita al 2028. I 3 mesi che l’aumento della vita media devono essere applicati in più sui requisiti per le pensioni come previsto ogni due anni dalla riforma Fornero, scatteranno solo dal 2028 e non dal 2027. Sempre che nel frattempo nel 2026 non si corregga qualcosa. Nel 2027 ci sarà solo un mese in più di attesa.

Ma ciò che emerge da alcuni dati è che dal 2001 al 2024 sono stati 5 anni di pensioni perse, perché l’età pensionabile è salita di un intero lustro. E come si sa nei prossimi anni continuerà a salire.

Ben 5 anni di pensioni perse, ecco perché accade tutto questo nel sistema previdenziale

L’età per la pensione di vecchiaia così come i contributi per le pensioni anticipate dal 2027 saliranno di un mese, mentre dal 2028 l’aumento ulteriore di 2 mesi porterà, come previsto, ad un incremento di 3 mesi di questi requisiti. Dopo anni di blocco, dovuto però al calo dell’aspettativa di vita dovuto al periodo pandemico, ecco che si torna a salire. Infatti fu nel 2019 che è stato registrato l’ultimo incremento dei requisiti per via dell’aspettativa di vita degli italiani.

Nel 2019 dai 66 anni e 7 mesi di età pensionabile si passò a 67 anni. Nel 2028 invece ci vorranno 67 anni e 3 mesi. E anche le pensioni anticipate hanno subito e subiranno lo stesso trattamento.

Ma l’aumento dei requisiti per le pensioni parte da lontano. Sono decenni che l’età per la pensione continua a salire. E mentre sale l’età pensionabile inevitabilmente la partecipazione all’attivo INPS da parte degli over 60 aumenta, perché se si va in pensione sempre più tardi inevitabilmente si resta al lavoro in età sempre più avanzata.

Ecco i dati snocciolati da Bankitalia durante le audizioni alla manovra di Bilancio

Durante le audizioni Parlamentari alla legge di Bilancio, che sono passaggi di prassi che si ripetono ad ogni manovra, emergono sempre cose che pochi conoscono. Per esempio, durante l’audizione di Bankitalia ecco emergere un dato rilevante. Cioè che dal 2021 al 2024 sono stati persi anni di pensione.

Perché sono 5 anni di pensioni persi per via di questo aumento continuo dei requisiti.
L’età pensionabile così come i requisiti per gli altri strumenti pensionistici previsti deve salire continuamente se la vita media degli italiani sale. Perché la sostenibilità del sistema parte da un concetto abbastanza noto. Più anni vive un pensionato più spende l’INPS per pagare le pensioni. E così che si fanno due diverse operazioni a discapito dei pensionati.

Da un lato si abbassano gli importi. Come succede sempre se la vita media degli italiani cresce e come è successo a gennaio scorso. Infatti i coefficienti che trasformano il montante contributivo in pensioni sono stati ritoccati in negativo proprio per via dei dati ISTAT.

Da un altro lato invece si spostano in avanti i requisiti, per accorciare il periodo di pagamento di una pensione.
Ecco quindi che da anni si opera in questo modo.

E secondo i dati snocciolati da Bankitalia tra pensioni di vecchiaia e anticipate, comprendendo tutte le varie misure che anno dopo anno sono state introdotte e poi levate, nel 2001 la media dell’età anagrafica di uscita era sotto i 60 anni. nel 2024 si è arrivati a 64 anni e 6 mesi. E in futuro, oltre che per l’aumento dei requisiti dal 2027 incideranno anche la cancellazione di misure di pensionamento flessibile che dal 2026 non ci saranno più come opzione donna e quota 103.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

Minusvalenze compensabili e non
Articolo precedente

Minusvalenze compensabili e non, ecco un esempio con questo zero coupon emesso ai tempi della lira

truffa e-mail agenzia entrate
Articolo seguente

Monitoraggio fiscale: l’inganno nelle false e-mail Agenzia Entrate sui redditi esteri