Ormai è tutto scritto è il governo ha deciso in materia pensionistica di eliminare opzione donna e quota 103 dalle pensioni anticipate del 2026 riducendo così le potenziali uscite dal mondo del lavoro con la flessibilità. Però è altrettanto vero che il governo ha deciso di confermare, sempre per il 2026, l’Ape sociale. Una misura molto particolare su cui bisogna analizzare alcuni dettagli. Perché gli interessati devono adottare le soluzioni idonee a rendere la misura fruibile a partire da gennaio prossimo. Rispetto ad una normale pensione l’Ape sociale ha delle particolarità. Da tempo ripetiamo che si tratta di una misura più simile ad una prestazione assistenziale che ad una prestazione previdenziale.
E poi ci sono dei requisiti specifici da detenere per rientrare nelle categorie a cui la misura è destinata.
Ape sociale 2026: ecco come si sfrutta la pensione anticipata e quali requisiti avere
La cosa più importante è rientrare nelle platee dei potenziali beneficiari della misura. Perché in effetti sui requisiti da maturare per l’Ape sociale c’è poco da dire. Il trattamento infatti si centra una volta raggiunti almeno 63 anni e 5 mesi di età ed una volta raggiunti i 30 anni di contributi versati per invalidi, caregivers e disoccupati oppure 36 anni di contributi per gli addetti ai lavori gravosi. Ma rientrare in queste categorie è la cosa più complicata. Perché come vedremo c’è chi pur avendo raggiunto i due requisiti anagrafici e contributivi non può accedere alla misura. E allora come si fa? Ripetiamo, tutto parte dal rientrare nelle categorie previste. Prendiamo ad esempio un lavoratore edile, che è una delle 15 categorie di lavoro gravoso che hanno diritto all’Ape sociale.
Per rientrare nella prestazione serve la combinazione di età e contributi pari a 63,5+36 Ma non basta. L’attività di lavoro gravoso deve essere stata svolta per 6 degli ultimi 7 anni o per 7 degli ultimi 10 anni. Se per esempio negli ultimi 10 anni ci sono in totale 4 anni di disoccupazione indennizzata, che è un caso niente affatto raro nel lavoro edile, il requisito dei 7 anni degli ultimi 10 non è rispettato. Niente Ape sociale quindi.
Ad ogni categoria si applicano requisiti diversi e specifici, eccoli
Ma le particolarità riguardano ogni singola categoria prevista, anche le altre 3 che hanno nei 30 anni e non nei 36 anni il requisito contributivo da rispettare. Prendiamo i disoccupati. Per loro il primo passaggio deve essere la perdita involontaria del posto di lavoro. Chi per esempio, convinto di aver maturato la combinazione 63,5+30 pensa di dare le dimissioni dal lavoro per prendere poi l’Ape sociale, sbaglia di grosso. Bisogna passare necessariamente dalla Naspi altrimenti la pensione non si prende. E la Naspi una volta richiesta ed assegnata dall’INPS va presa tutta prima di presentare la domanda di Ape sociale. Le due misure infatti non sono cumulabili. E quindi prima la Naspi, poi l’Ape sociale.
Più semplice rientrare come invalidi visto che basta “semplicemente” ottenere almeno il 74% di invalidità civile dalle commissioni mediche INPS/ASL. Per i caregivers invece c’è un intoppo da comprendere.
Infatti è vero che basta avere un familiare disabile grave sotto legge 104 da assistere. Ma è anche vero che con questo familiare bisogna essere co-residenti. Significa vivere sotto lo stesso tetto, nella stessa casa con lo stesso numero civico. E bisogna che questa coabitazione sia di almeno 6 mesi vecchia rispetto alla data di presentazione della domanda di Ape sociale. L’unica eccezione è data alle residenze condominiali, dove è possibile risultare caregiver anche se l’interno è diverso.