Dopo quanto stabilito nella manovra di Bilancio dal governo, è ormai più chiaro cosa serve per andare in pensione nel 2026.
Chi si aspettava una riforma delle pensioni può mettersi l’anima in pace: le regole non cambiano, e anzi, le opzioni per il pensionamento si riducono.
Resta il fatto che ogni misura a disposizione dei contribuenti parte dal solito doppio requisito anagrafico e contributivo.
Età e contributi restano le costanti del sistema previdenziale, con pochissime eccezioni.
Misure di pensionamento senza contributi non esistono — a meno di considerare pensione l’assegno sociale, che richiede solo 67 anni di età e il rispetto dei limiti reddituali.
Le uniche misure senza vincoli anagrafici precisi restano la pensione anticipata ordinaria e la pensione dei precoci con quota 41.
Ma allora, con che età e quanti contributi si può andare in pensione nel 2026?
Una domanda sempre più frequente, soprattutto dopo le novità della recente manovra finanziaria.
Con che età e quanti contributi si può andare in pensione nel 2026
Ricapitolando, per le pensioni senza limiti di età bisogna guardare solo a due misure: quota 41 precoci e pensione anticipata ordinaria.
- Quota 41 precoci: servono 41 anni di contributi, di cui almeno uno versato (anche non continuativamente) prima dei 19 anni di età, e l’appartenenza a specifiche categorie tutelate: invalidi, disoccupati, caregiver, lavoratori usuranti o impiegati in lavori gravosi.
- Pensione anticipata ordinaria: per gli uomini servono 42 anni e 10 mesi di versamenti, mentre per le donne 41 anni e 10 mesi.
Senza contributi, invece, esiste solo l’assegno sociale, accessibile con almeno 67 anni di età e un reddito annuo non superiore all’importo dell’assegno stesso (o al doppio per chi è coniugato).
Come uscire dal lavoro nel 2026 dopo la legge di Bilancio
Per rispondere alla domanda “con che età e quanti contributi si può andare in pensione nel 2026”, bisogna considerare che ogni misura segue un proprio doppio binario di requisiti.
- Pensione di vecchiaia contributiva: nel 2026 serviranno almeno 71 anni di età e 5 anni di contributi. È riservata a chi non ha mai versato contributi nel sistema retributivo (cioè prima del 1996).
- Pensione di vecchiaia ordinaria: richiede 67 anni di età e almeno 20 anni di versamenti. Per i contributivi puri (post 1995) è necessario anche che l’importo maturato non sia inferiore all’assegno sociale.
- Pensione anticipata contributiva: possibile con 20 anni di versamenti e 64 anni di età, purché l’importo della pensione sia almeno tre volte l’assegno sociale.
Sono previste riduzioni per le donne:
- con un figlio, è sufficiente un trattamento pari a 2,8 volte l’assegno sociale;
- con due o più figli, bastano 2,6 volte l’importo dell’assegno sociale.
Ecco la risposta alla domanda: con che età e quanti contributi si può andare in pensione nel 2026
Nel 2026, raggiungendo quota 97,6, con almeno 35 anni di contributi e 61 anni e 7 mesi di età, sarà possibile accedere allo scivolo per lavori usuranti.
La misura è destinata ai lavoratori notturni, a chi svolge attività usuranti, agli operai delle catene di montaggio e ai conducenti di mezzi pubblici.
Nella legge di Bilancio, mentre Opzione Donna e Quota 103 vengono definitivamente cessate, l’Ape Sociale è confermata.
Pertanto, nel 2026 potranno ancora accedere al pensionamento:
- i caregiver, i disoccupati e gli invalidi con almeno 63 anni e 5 mesi di età e 30 anni di contributi;
- i lavoratori impiegati in mansioni gravose, con 63 anni e 5 mesi di età ma 36 anni di contributi.
