Con la Legge di Bilancio ormai approvata dal Consiglio dei Ministri, e in attesa che dal successivo passaggio parlamentare emergano eventuali novità, è già possibile delineare un quadro dettagliato delle pensioni nel 2026.
Un quadro che permette finalmente di chiarire le molte ipotesi circolate nelle ultime settimane, secondo cui sarebbero dovute cambiare radicalmente le modalità di pensionamento già dal 2026.
In realtà, la manovra ha confermato gran parte delle regole attuali, con pochissime novità, tanto che nel 2026 resteranno in vigore le uscite a 64 o 67 anni, con le stesse caratteristiche oggi previste.
Vediamo dunque come si potrà andare in pensione nel 2026, tra contributivi puri e non, pensioni anticipate e pensioni di vecchiaia, con 20 o 25 anni di contributi.
Pensione di vecchiaia 2026, cosa cambia?
L’unica vera novità introdotta nella Legge di Bilancio dal governo Meloni riguarda l’aumento dei requisiti previsto per il 2027.
I 3 mesi di incremento non sono stati eliminati del tutto, tranne che per i lavoratori addetti a mansioni gravose o usuranti. Tuttavia, cambia la modalità di applicazione: l’aumento sarà graduale, con un solo mese in più nel 2027 e altri due mesi nel 2028.
Per il 2026, invece, tutto resta invariato. La pensione di vecchiaia continuerà a richiedere:
- almeno 67 anni di età;
- almeno 20 anni di contributi;
- una pensione non inferiore all’importo dell’Assegno Sociale per chi ha il primo versamento successivo al 31 dicembre 1995.
I requisiti, dunque, rimangono immutati, ma per i contributivi puri la pensione resta leggermente più difficile da ottenere. Esistono però vantaggi specifici che possono agevolarli:
- chi ha versato contributi da minorenne e non ha contributi precedenti al 1996 può valorizzare 1,5 volte i periodi di versamento effettuati prima dei 18 anni;
- per le donne lavoratrici (tutte appartenenti al regime contributivo puro), ogni figlio dà diritto a uno sconto di 4 mesi sull’età pensionabile.
Ciò significa che:
- con 1 figlio, l’età di uscita può ridursi a 66 anni e 8 mesi;
- con 2 figli, a 66 anni e 4 mesi;
- con 3 figli, a 66 anni;
- con 4 o più figli, si ottiene lo sconto massimo di 16 mesi.
Questo sconto può valere anche retroattivamente, consentendo a chi ha già compiuto 67 anni di anticipare la decorrenza della pensione.
Pensioni a 64 o 67 anni: ecco nel 2026 le variabili con 20 o 25 anni di versamenti
Gli aumenti del 2027 dovrebbero riguardare anche le pensioni anticipate contributive, cioè quelle riservate esclusivamente ai lavoratori senza contributi versati prima del 1996.
La misura, che si era ipotizzato di estendere a tutti, nel 2026 resta vincolata a questo requisito.
Pertanto, per accedere alla pensione anticipata contributiva nel 2026 serviranno:
- almeno 64 anni di età;
- almeno 20 anni di contributi;
- primo accredito contributivo successivo al 31 dicembre 1995;
- pensione non inferiore a tre volte l’Assegno Sociale (oppure 2,8 o 2,6 volte per le lavoratrici con uno o più figli);
- almeno 25 anni di contributi per chi utilizza anche la rendita da previdenza integrativa per raggiungere gli importi minimi richiesti.
Le stesse regole e agevolazioni previste per le donne nella pensione di vecchiaia valgono anche per la pensione anticipata contributiva:
- 4 mesi di sconto per figlio fino a un massimo di 16 mesi per chi ne ha quattro o più.
In sintesi, nel 2026 nulla cambia in modo sostanziale: le pensioni continueranno a ruotare intorno alle due soglie chiave di 64 e 67 anni, con requisiti contributivi di 20 o 25 anni e con piccole agevolazioni dedicate alle lavoratrici madri e ai contributivi puri.