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Oggi: 05 Dic, 2025

I soldi per le pensioni di vecchiaia ci sono, ma gli italiani li spendono malissimo

Le pensioni di vecchiaia sono da decenni oggetto di preoccupazione dei governi italiani, ma sono i cittadini a mostrare scarsa responsabilità.
2 mesi fa
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pensioni di vecchiaia
Pensioni di vecchiaia © Licenza Creative Commons

In estate il governo tedesco ha lanciato un’iniziativa eclatante, seppure non originale. Si chiama Kinderstartgeld e consiste in una paghetta da 10 euro al mese versata dallo stato in favore di tutti coloro che hanno un’età di 6 anni fino ai 18 anni. L’obiettivo è creare un fondo per le pensioni di vecchiaia, integrabile sin dalla maggiore età con contributi volontari e accessibile al raggiungimento dell’età pensionabile. Vuole essere un modo per sensibilizzare i giovanissimi sin da bambini a pensare alla terza età. In Italia, ci pensò il fascismo a portare avanti qualcosa di genere con il versamento dei “marchi” sin dalle scuole elementari.

Stipendi bassi e previdenza a rischio

La Germania ha l’identico problema dell’Italia e di tutte le altre società occidentali: la popolazione invecchia, il numero dei pensionati si riduce e il numero dei lavoratori tende a contrarsi per le basse nascite. A meno di immaginare di importare sempre più immigrati dall’estero, la questione va affrontata alla radice. Serve non solo riformare la previdenza per tendere sempre più a un sistema a capitalizzazione (ricevi quello che versi e ognuno pensa per sé) mitigato da un’impostazione solidaristica. La verità poco affascinante è che le risorse private in molti casi non mancano per il potenziamento della previdenza integrativa. Semplicemente, sono mal gestite dalle famiglie.

Gli stipendi italiani sono bassi, sul punto non ci piove. E quando un terzo di essi finisce nelle casse dell’INPS, ben poco resta ai lavoratori. Se va bene, in molti casi riescono a vivere e a mettere da parte qualcosina per le evenienze. Moltissime famiglie non possono permettersi di alimentare le future pensioni di vecchiaia con contributi volontari o destinati a un fondo privato. Ma nel complesso i numeri raccontano anche altro. Nel 2024 abbiamo speso 157,4 miliardi di euro per il gioco d’azzardo.

Esattamente dieci volte tanto il valore dei premi versati ai fondi pensione. Tanto per farvi un’idea, l’intera sanità pubblica ci è costata 20 miliardi in meno. E tutte le pensioni erogate dall’INPS ci sono costate 355 miliardi.

Senso di responsabilità cercasi

Senza peli sulla lingua, abbiamo buttato dalla finestra una quantità di risorse pari a quasi la metà di quelle destinate a pensioni di vecchiaia, anzianità, reversibilità, ecc. Il gioco d’azzardo in sé non va demonizzato. Può essere uno svago una tantum come un altro. Peccato che siano in tanti a soffrire di ludopatia, una vera e propria dipendenza dal mondo delle scommesse e delle macchinette. Al Sud esiste una tendenza a giocare per importi doppi rispetto al Nord. Ed è l’area più povera d’Italia.

Queste cifre ci evidenziano l’importanza di un’iniziativa come in Germania. Serve educare le persone alla responsabilità. Non puoi pensare di disinteressarti del tuo futuro, salvo accampare diritti nel momento del bisogno. Su oltre 24 milioni di lavoratori, meno di 10 milioni aderiscono a un fondo pensione. Mancano i soldi, ma non sempre.

Manca la presa di coscienza. Chi gioca regolarmente d’azzardo, sta sottraendo risorse a possibili investimenti, compresi per la previdenza integrativa.

Pensioni di vecchiaia snobbate in favore del presente

Ed è solo un esempio. Le priorità di spesa fin troppo spesso privilegiano consumi immediati a discapito del futuro. Continua ad esserci la credenza che in un qualche modo lo stato metterà una pezza alle nostre falle. L’educazione si apprende da piccoli. Essere costretti a proiettarsi mentalmente in un futuro lontano, coltiva in un bambino il senso di responsabilità individuale e lo fa rifuggire dalla dipendenza verso le decisioni pubbliche. Non può esistere alcuna solidarietà se prima non ci si aiuta da sé. Molti italiani continuano a non capire che le pensioni di vecchiaia saranno tutt’altro che garantite nella loro congruità. E anziché investire sul loro futuro, preferiscono scommetterci in modo irrazionale.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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