Una raccolta firme che ha ottenuto un discreto successo e, successivamente, una proposta di legge depositata in Parlamento: per le pensioni si prospetta un cambiamento radicale. È ciò che sta accadendo nel sistema previdenziale italiano per determinate categorie di lavoratori.
Se la proposta troverà le conferme necessarie attraverso il consueto iter parlamentare, ci sarà davvero la possibilità di andare in pensione molto prima. Si parla infatti di pensione a 60 anni, ossia ben 7 anni prima rispetto alla pensione di vecchiaia ordinaria.
Naturalmente, non è tutto oro ciò che luccica. Questa nuova possibilità, qualora fosse introdotta, non sarà priva di controindicazioni: per accedere al pensionamento anticipato occorrerà comunque versare un contributo aggiuntivo.
Tuttavia, come vedremo, si tratterebbe di importi che non sembrano insostenibili.
Andare in pensione a 60 anni versando subito tra i 900 e i 4.800 euro
La raccolta firme di cui parlavamo ha raggiunto 120.000 sottoscrizioni. Si tratta della petizione promossa da ANIEF, importante sindacato del comparto scuola. La proposta di legge, invece, è la numero 1413/2025 della senatrice Carmela Bucalo, esponente di Fratelli d’Italia, attualmente all’esame delle Commissioni parlamentari.
In entrambi i casi, il tema riguarda le pensioni del personale scolastico. La proposta introduce inoltre un riscatto di laurea agevolato molto più conveniente rispetto a quanto previsto oggi. Con la normativa attuale, chi intende rendere valido ai fini pensionistici un anno di università deve versare circa 6.070 euro.
Chi si trova nella necessità di riscattare tutti i 5 anni di corso di laurea arriva così a spendere oltre 30.000 euro. La proposta prevede invece la possibilità di riscattare la laurea a 900 euro per ogni anno da valorizzare, con un risparmio enorme.
Una misura che renderebbe questa scelta decisamente più accessibile, spingendo molti più lavoratori a riscattare i periodi di studio. Per ora il provvedimento riguarda il comparto scuola, ma un’eventuale estensione ad altri settori lavorativi amplierebbe notevolmente la platea dei beneficiari. Inoltre, sia la proposta che la raccolta firme includono l’obiettivo di consentire l’uscita a 60 anni grazie a questo meccanismo.
Riscatto laurea, ecco cosa cambierebbe con la nuova proposta e per chi
Riscattare gli anni universitari significa aggiungere fino a 5 anni di contributi al proprio montante previdenziale, rendendo così utili ai fini pensionistici i periodi dedicati allo studio. Resta però fermo il principio che il riscatto è consentito solo a chi abbia effettivamente conseguito la laurea.
Con il disegno di legge Bucalo, l’importo del riscatto — ridotto a circa 900 euro per anno — renderebbe possibile anche l’accesso alla pensione anticipata a 60 anni.
Con un esborso sostenibile in pensione a 60 anni, ma quanti contributi serviranno?
La proposta dovrà ora essere valutata dai tecnici, che con ogni probabilità la rielaboreranno o la correggeranno. Alla base del provvedimento vi è il taglio dell’aliquota al 5%, che consentirebbe a chi deve riscattare un solo anno di versare appena 900 euro invece degli oltre 6.000 previsti oggi.
Chi decidesse di riscattare tutti i 5 anni si troverebbe così a pagare 4.500 euro complessivi, una cifra nettamente inferiore rispetto a quella attuale, che oggi basta a coprire appena un anno.
Se dal punto di vista economico la misura appare molto vantaggiosa, restano alcune criticità sul piano contributivo. L’uscita a 60 anni, infatti, non potrà essere concessa con i soli 20 anni di contributi, come avviene per la pensione di vecchiaia.
Secondo quanto emerge, la proposta prevede che per andare in pensione a 60 anni occorra un’anzianità minima di 37 anni di contributi per gli uomini e 36 anni per le donne.