Il cancelliere Friedrich Merz non ha partecipato all’assemblea dell’ONU, preferendo inviare a New York il ministro degli Esteri, Johann Wadephul. Una scelta criticata in patria, ma che fa parte di una precisa strategia di comunicazione: dare al massimo la sensazione di essere concentrato sull’economia tedesca. Ieri, parlando al Bundestag per la presentazione del bilancio per il 2026, ha dichiarato che “Non c’è tempo da perdere: il nostro Paese deve avvertire che le cose stanno migliorando”. Due gli obiettivi dichiarati sopra ogni altro: il taglio dei costi dell’energia e l’abbattimento della burocrazia.
Merz già molto impopolare
E ha ragione.
Di tempo da perdere non ne ha più. Sebbene sia in carica da meno di sei mesi, la sua popolarità è già colata a picco. L’insoddisfazione tra i tedeschi monta, come segnalano i sondaggi politici. Se si tornasse oggi al voto in Germania, i conservatori di Merz finirebbero secondi e dietro ai sovranisti di AfD. Gli alleati socialdemocratici se la passano ancora peggio, precipitati attorno al 14% dei consensi, tanto da non essere più considerabili un Volkspartei, un partito di massa.
Fiducia tra imprese e consumatori bassa
Che l’economia tedesca arranchi, lo dicono diversi indicatori. Il Pil nel secondo trimestre è sceso dello 0,1% rispetto al primo. E cosa ancora più avvilente, la fiducia tra le imprese non risale affatto. A settembre è scesa a 87,7 punti per l’IFO, primo calo dal dicembre scorso. A sorpresa, in discesa anche il PMI manifatturiero da 49,8 a 48,5 punti, ai minimi dal maggio scorso. Per fortuna che è risalito il PMI dei servizi a 52,5 punti, ai massimi da gennaio e segnalando un’espansione del settore terziario.
Anche la fiducia dei consumatori resta bassa: -22,3 punti per ottobre, quando la media pre-Covid si attestava tra 9 e 10 punti.
La produzione industriale è salita dell’1,5% annuo a luglio, primo segno più dal maggio del 2023. Poco per poter parlare di inversione di tendenza. In generale, il quadro non è positivo. Se l’economia tedesca continua ad arrancare, il costo del debito sale. Il Bund a 10 anni offre il 2,75% contro il 2,30% di inizio anno. Merz ha annunciato un piano pluriennale di debiti per finanziare riarmo e investimenti. Il rischio è che l’effetto sia contenuto, mentre il costo sarà alto.
Economia tedesca debole come il governo
La diffidenza di imprese e famiglie verso il governo federale non è frutto del pregiudizio. La maggioranza è lacerata tra posizioni assai diverse tra i due alleati. Questi stanno assieme solo per evitare l’ascesa dell’AfD. Merz vorrebbe tagliare le tasse con risparmi sulla spesa assistenziale. L’SPD del vice Lars Klingbeil punta sull’aumento delle tasse per sostenere la spesa per investimenti. Due ricette opposte, che non offrono alcuna prospettiva credibile a chi produce, consuma e investe.
giuseppe.timpone@investireoggi.it

