Un balzo di oltre il 16%, che ha portato al 62,2951% le adesioni tra gli azionisti di Mediobanca all’Offerta Pubblica di Acquisto e Scambio (OPAS) lanciata da Monte Paschi. Un successo oltre ogni previsione, specialmente se si considera il forte scetticismo sul buon esito dell’operazione che imperava a gennaio, quando venne annunciata. Le azioni portate in adesione sono salite al termine della seduta di ieri a 506.633.074. Tenuto conto del rilancio della settimana scorsa, in base al quale Siena pagherà 0,90 euro per ciascuna azione, il costo in contante dell’operazione ammonta a 456 milioni. Tuttavia, i calcoli potranno ancora variare. La banca si riserva la facoltà di riaprire l’OPAS nei giorni di borsa compresi tra il 16 e il 22 settembre.
Obiettivo: conquistare il 66,67%, i due terzi del capitale più un’azione che le consentirebbe di ottenere il controllo senza alcun dubbio anche in assemblea straordinaria.
Aumento di capitale con adesioni Mediobanca
A seguito delle adesioni, le nuove azioni emesse da Monte Paschi risultano ad oggi 1.283.301.576. Queste vanno a sommarsi alle azioni attuali dell’istituto, pari a 1.259.689.706. In totale, sempre ragionando come se l’OPAS si fosse conclusa definitivamente, il numero delle azioni Monte Paschi sale a 2.542.991.282. Ciò comporta la diluizione nel capitale degli attuali soci, a meno che non fossero presenti nel capitale di Mediobanca e abbiano aderito almeno in parte all’OPAS. E’ così, come vedremo, per la holding della famiglia Del Vecchio (Delfin) e per l’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone. Essi possedevano prima dell’OPAS rispettivamente il 19,83% e il 9,90% di Piazzetta Cuccia.
Rapporti di forza tra soci dopo l’OPAS
Quali sono i numeri degli azionisti per la nuova Monte Paschi? Il Tesoro detiene una quota residua dell’11,731%. A seguito dell’operazione, però, questa scende al 5,8%.
Delfin al momento possiede il 9,866%, ma si ritrova con una quota presumibilmente convertita in toto di Mediobanca. Ed ecco che ora possiede circa il 21% del capitale. Caltagirone si posizionerebbe in seconda posizione con circa il 13%. Banco BPM scende, invece, dall’8,996% al 4,46%. Questo ci porta a concludere che gli azionisti di riferimento per Monte Paschi arriverebbero complessivamente attorno al 45% del capitale dopo l’OPAS. Il loro controllo sembra fuori questione.
Se le adesioni dovessero aumentare ai tempi supplementari, i numeri di cui sopra muterebbero un po’, seppure non significativamente. Improbabile, infatti, che siano rimasti fuori molti azionisti desiderosi di aderire. Avrebbero avuto tutto il tempo di farlo. Con questi numeri Monte Paschi è riuscita a prendere il controllo di Mediobanca, il cui consiglio di amministrazione si presenterebbe dimissionario sin dai prossimi giorni, compreso il CEO Alberto Nagel.
Numeri solidi per Monte Paschi
Di fatto, già da ieri Monte Paschi si è garantita la maggioranza straordinaria dei due terzi. Solo con una partecipazione all’assemblea dei soci di oltre il 93,4% del capitale non ci sarebbe più tale garanzia. Ma tenete conto che il record è stato registrato di recente attorno all’80%. Insomma, il futuro di Piazzetta Cuccia è nelle mani di Rocca Salimbeni.
Sembrava impossibile anche solo immaginarlo qualche anno fa.
giuseppe.timpone@investireoggi.it
