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Oggi: 05 Dic, 2025

In pensione prima e con più soldi: ecco la guida e i contributi che devi versare

La previdenza integrativa insieme alla previdenza obbligatoria, e vai in pensione prima e con più soldi, ecco la soluzione.
3 mesi fa
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pensioni e stipendio
Foto © Pixabay

Proprio l’altro giorno la Ministra del Lavoro, Marina Calderone, è intervenuta sull’argomento pensioni con dichiarazioni che permettono di capire meglio cosa un lavoratore dovrebbe fare per andare in pensione prima e con più soldi. Tutto parte sempre dalla stessa base: il versamento dei contributi. Ma ciò che il governo sta portando avanti sembra condurre a una conclusione piuttosto chiara: per anticipare l’uscita dal lavoro e garantirsi un importo pensionistico più alto sarà necessario puntare sulla previdenza complementare.
Quella che fino a pochi anni fa era solo una scelta opzionale e lungimirante, utile per garantirsi una vecchiaia più serena, oggi si configura come un veicolo decisivo per il pensionamento anticipato.

In pensione prima e con più soldi: ecco la guida e i contributi che devi versare

Il TFR da destinare ai fondi pensione integrativi, le rendite generate da questi fondi e persino la possibilità di accedere a pensioni anticipate utilizzando strumenti diversi da quelli classici dell’INPS: sono questi i temi al centro del dibattito. Argomenti che rientrano anche nel progetto pensioni collegato alla Legge di Bilancio.
Molti, però, non comprendono bene il collegamento tra previdenza obbligatoria e previdenza complementare, che rimane formalmente opzionale. Quest’ultima rappresenta un modo per accantonare risparmi durante la carriera, così da ricevere un’integrazione alla pensione statale. Con il tempo, però, gli orizzonti della previdenza complementare si sono ampliati. Presto essa potrà diventare lo strumento chiave non solo per avere più soldi, ma anche per andare in pensione prima.

Le parole del Ministro Calderone sulla previdenza integrativa sono eloquenti

«Io sul tema della previdenza complementare mi sono più volte espressa dicendo che, per quanto mi riguarda, è importante valorizzare la scelta di aderire alla previdenza complementare».


Così ha dichiarato il Ministro del Lavoro, commentando le recenti proposte che parlano di destinare il TFR ai fondi pensione integrativi, con il meccanismo del silenzio-assenso semestrale.
Secondo Calderone, in Italia la cultura della previdenza integrativa è ancora troppo debole. In altre parole, pochi lavoratori scelgono di iscriversi a questi fondi e di versare contributi aggiuntivi rispetto alla previdenza obbligatoria.
Eppure, proprio per come si sta evolvendo il sistema pensionistico, sarebbe opportuno considerare la previdenza complementare come un secondo binario essenziale: da un lato per anticipare l’uscita dal lavoro, dall’altro per aumentare l’assegno pensionistico.

In pensione prima: un vantaggio ulteriore rispetto al solo incremento dell’assegno

Oggi sempre più misure iniziano ad affiancare la previdenza complementare a quella obbligatoria. Non per cambiare i requisiti della seconda. Ma per consentire ai lavoratori di raggiungerli più facilmente.
Se infatti le pensioni sono legate al raggiungimento di un importo minimo, chi non riesce a raggiungerlo con i soli contributi versati all’INPS può colmare la differenza con quanto accumulato nella previdenza integrativa.
Un esempio concreto: già dal 2025 sarà possibile, a 64 anni, accedere alla pensione anticipata contributiva sfruttando questo canale. E tutto lascia intendere che in futuro questo meccanismo assumerà un ruolo sempre più rilevante.

Da non sottovalutare anche il vantaggio fiscale

La previdenza integrativa non offre solo la possibilità di andare in pensione prima e con più soldi, ma comporta anche importanti benefici fiscali. Lo ricorda lo stesso sito dell’INPS, che mette a disposizione una scheda esplicativa con modalità e motivazioni per aderire.
Versare contributi a un fondo pensione equivale ad avere un salvadanaio dedicato al futuro. Che diventa determinante se, come ormai accade spesso, l’INPS richiede una pensione minima elevata per poter uscire dal lavoro.
Oltre a ciò, c’è il vantaggio fiscale: i versamenti effettuati sono deducibili o detraibili e consentono quindi un recupero di imposte non trascurabile. Questo significa che le somme versate possono essere scaricate nel modello 730 o nel modello Redditi PF, alleggerendo così il carico fiscale del contribuente.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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