Una grande novità per molti contribuenti arriva da una recente sentenza della Cassazione, che ha di fatto esonerato da obblighi fiscali gravosi alcuni eredi. Il tema è delicato, perché riguarda le sanzioni tributarie a carico degli eredi di un contribuente deceduto. Questi ultimi, infatti, potranno dire addio ai debiti fiscali del parente, anche accettando normalmente l’eredità, senza dover ricorrere a stratagemmi o rinunce.
Debiti fiscali addio: eredi esentati dal pagare le sanzioni o le multe del parente defunto
Prima di tutto, occorre chiarire cosa si intende per debiti fiscali. Si tratta di sanzioni amministrative tributarie che derivano da violazioni fiscali, come:
- omessa presentazione delle dichiarazioni dei redditi;
- mancato versamento delle imposte dovute;
- violazioni relative alla fatturazione o alla tenuta delle scritture contabili.
Fino a oggi si riteneva che, in caso di decesso, tali sanzioni potessero ricadere sugli eredi del contribuente trasgressore. Ma con l’ordinanza n. 22476 del 2025, la Suprema Corte di Cassazione ha stabilito diversamente: nessun obbligo di pagamento delle sanzioni tributarie può ricadere sugli eredi.
Alla morte del contribuente muore anche la sanzione tributaria
Secondo i giudici, le sanzioni fiscali si estinguono con il decesso del contribuente. Il principio è chiaro: la responsabilità tributaria è personale e non si trasmette agli eredi.
La sentenza riguarda un caso specifico di mancata dichiarazione di investimenti all’estero, per cui erano state comminate sanzioni pari a circa 500mila euro. La Cassazione ha ribadito che trattandosi di responsabilità personale, tali somme non possono essere richieste agli eredi.
Questo principio, pur nato da un caso di importo elevato e legato a investimenti all’estero, ha implicazioni concrete anche nella vita quotidiana di tanti contribuenti.
Ad esempio, se un soggetto deceduto non ha versato l’IRPEF e gli erano state applicate sanzioni per tale omissione, queste non passano agli eredi.
Ecco le conclusioni a cui si giunge con questo precedente della Cassazione
Viene così meno l’idea, radicata nel sentire comune, che un erede dovesse rinunciare all’eredità per evitare di pagare i debiti fiscali del defunto. Con questa sentenza, la Cassazione crea un precedente importante.
Attenzione, però: ciò non significa che l’Amministrazione finanziaria smetterà di inviare richieste di pagamento. Le pretese potranno continuare a essere avanzate, ma sarà il contribuente a dover fare ricorso e chiedere la cancellazione delle sanzioni sulla base di questo precedente.
In altre parole, la decisione non comporta un “liberi tutti”, ma fornisce agli eredi uno strumento giuridico solido per difendersi da richieste indebite.