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Oggi: 22 Set, 2025

Pensioni: se hai meno di 65 anni c’è una brutta notizia

Brutte notizie per chi ha meno di 65 anni! Le regole sulle pensioni rendono più difficile lasciare il mondo del lavoro.
1 mese fa
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Uscire dal lavoro e aspettare la pensione 6 anni prima, ecco come unire diverse misure tra il previdenziale e l'assistenziale.
Foto © Pixabay

Chi ha meno di 65 anni potrebbe fare i conti con un’amara sorpresa sulle pensioni. Come canta Fabio Concato con il brano Tornando a casa: “Ritornando a casa come sempre c’è tanta gente intorno a me. E allora chiudo gli occhi e so che cosa fare, penso solo a cose belle, penso a te e penso: ma che bestia brutta la tristezza, ma questa sera non mi prenderà”.

Quando si parla di carriera e prospettive future può capitare che arrivino notizie capaci di minare la serenità di chi sogna di lasciare presto il lavoro. Le attuali norme sulle pensioni, infatti, potrebbero comportare un allungamento dei tempi per chi non ha ancora compiuto 65 anni, cambiando le modalità di uscita e rendendo più difficile raggiungere il meritato traguardo.

Un cambiamento che non incide solo sulle cifre, ma anche sulle aspettative di vita e sul benessere di migliaia di lavoratori.

Pensioni: se hai meno di 65 anni c’è una brutta notizia

In base alla normativa vigente si può accedere alla pensione di vecchiaia all’età di 67 anni, a patto di aver maturato almeno vent’anni di contributi. Esistono, inoltre, diverse misure che offrono la possibilità di uscire dal mondo del lavoro in anticipo, come ad esempio la pensione anticipata ordinaria. Quest’ultima viene riconosciuta, a prescindere dall’età anagrafica, al raggiungimento di 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini. Questa soglia è pari a 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.

Nel caso in cui non si possiedano i requisiti richiesti, bisognerà attendere la fatidica soglia dei 67 anni. Se tutto questo non bastasse, per chi sogna di concludere al più presto la propria carriera, le notizie in arrivo rischiano di raffreddare gli entusiasmi.

Le aspettative di vita sono in aumento e questo, inevitabilmente, si traduce non solo in più anni da vivere, ma anche in più anni da trascorrere al lavoro.

Dal 2027 nuovi aumenti automatici dell’età pensionabile

A farne le spese saranno soprattutto coloro che, ad oggi, hanno meno di 65 anni e contavano di andare in pensione nel giro di pochi anni. Questo perché a partire dal 2027 è previsto un adeguamento automatico dell’età pensionabile in base agli aggiornamenti dei dati demografici. In pratica per ottenere la pensione di vecchiaia sarà necessario avere 67 anni e 3 mesi, mentre per la pensione anticipata i contributi richiesti aumenteranno da 42 anni e 10 mesi a 43 anni e 1 mese. Dal 2029, inoltre, quest’ultimo requisito dovrebbe aumentare ulteriormente fino a 43 anni e 3 mesi. Il tutto fermo restando una riduzione di un anno per le donne.

Questi ritocchi non riguarderanno solo le forme ordinarie. L’aumento toccherà anche le opzioni contributive e i meccanismi di uscita agevolata come isopensione e contratto di espansione. Ne consegue che chi è nato dopo il 1960 e raggiungerà i requisiti anagrafici dopo il 2027 potrebbe dover restare al lavoro più a lungo del previsto. Il motivo è semplice: la legge prevede che, ogni due anni i requisiti per la pensione vengano aggiornati in base all’aspettativa di vita.

L’ultimo aumento risale al 2019, con un incremento di 5 mesi da lavorare in più. Ora la storia sembra destinata a ripetersi. A meno che il governo non trovi, e in fretta, le risorse necessarie per mettere in campo delle misure ad hoc. Ovvero quelle in grado di soddisfare le effettive richieste dei cittadini. E in effetti l’esecutivo sarebbe al lavoro per trovare delle soluzioni in merito. Non resta quindi che attendere la prossima Manovra e scoprire se vi saranno delle novità o meno per il sistema previdenziale del nostro Paese.

Veronica Caliandro

In InvestireOggi.it dal 2022 si occupa di articoli e approfondimenti nella sezione Fisco. E’ Giornalista pubblicista.
Laureata in Economia Aziendale, collabora con numerose riviste anche su argomenti di economia e attualità. Ha lavorato nel settore del marketing e della comunicazione diretta, svolgendo anche attività di tutoraggio.

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