C’è chi oggi rientra tra coloro ai quali l’INPS concede la possibilità di chiedere un bonus sullo stipendio se decide di rimandare la pensione, pur avendo già maturato tutti i requisiti. Parliamo del bonus Maroni e di chi si trova ad aver maturato il diritto alla pensione anticipata ordinaria o alla Quota 103.
E poi ci sono coloro che, anche se non vanno subito in pensione, hanno il diritto alla cosiddetta pensione “congelata”, che potranno sfruttare in qualsiasi momento, anche negli anni successivi.
La cristallizzazione del diritto e chi rischia di perderlo
Parliamo della cristallizzazione del diritto. Tuttavia, c’è anche chi, pur avendo già oggi l’età e i contributi utili a determinate misure, rischia – per una sorta di cavillo – di perdere il diritto alla pensione a causa dei cambiamenti previsti per il 2026.
Infatti, rispondendo al quesito di una lettrice, dimostreremo come alcune misure di pensionamento anticipato siano a rischio, anche per minimi dettagli.
“Salve, sono una donna, lavoratrice dipendente, con 61 anni di età e circa 37 anni di contributi. Mia mamma è stata appena riconosciuta invalida al 100%. Dal 16 luglio vivo con lei, perché ho cambiato residenza. Posso sfruttare il mio ruolo di caregiver per andare in pensione? Avevo pensato all’opzione donna. Secondo voi è possibile?”
Cambiano le pensioni nel 2026, ecco chi dirà addio alle anticipate
La nostra lettrice ci chiede alcune delucidazioni in merito alla pensione anticipata con il regime contributivo riservato alle lavoratrici, meglio conosciuto come Opzione Donna. Ci chiede, in particolare, se possa usufruire di Opzione Donna in qualità di caregiver, avendo compreso come questa misura sia cambiata.
Per rispondere, dobbiamo analizzare due aspetti distinti. Il primo riguarda la nuova Opzione Donna, oggi limitata a sole quattro categorie di lavoratrici, tra cui effettivamente figurano anche le caregiver. Il secondo aspetto è quello della vecchia Opzione Donna, che aveva una platea più ampia e meno vincoli.
Naturalmente, per fornire una risposta precisa servirebbero documenti ufficiali, come l’estratto contributivo della lettrice. Perciò, ci limitiamo a una trattazione di carattere generale.
Pensioni anticipate, ecco perché non si potrà accedere a Opzione Donna nel 2026 se mancano i requisiti
Partiamo col chiarire cos’è Opzione Donna e come è cambiata nel tempo. Si tratta di una misura introdotta con la Legge n. 243 del 2004, pensata esclusivamente per le donne. Essa consente il pensionamento anticipato a fronte dell’accettazione del calcolo interamente contributivo della pensione.
Proprio per questo, è sempre stata considerata una misura fortemente penalizzante in termini di importo. In origine, bastava aver raggiunto i 58 anni di età per le dipendenti (59 per le autonome) e 35 anni di contributi, purché tali requisiti fossero maturati entro il 31 dicembre dell’anno precedente alla domanda. La decorrenza era poi posticipata di 12 mesi, secondo il meccanismo della cosiddetta “finestra mobile”.
Con la Legge di Bilancio 2024, la misura ha subito una trasformazione radicale: non è più disponibile per tutte, ma solo per quattro categorie:
- donne invalide al 74% o più;
- caregiver;
- licenziate;
- lavoratrici di aziende in crisi con tavoli attivi.
Sono cambiati anche i requisiti anagrafici: l’età è passata a 61 anni, con riduzioni per chi ha figli:
- caregiver e invalide con 1 figlio: uscita a 60 anni;
- caregiver e invalide con più figli, licenziate e lavoratrici in crisi aziendali: uscita a 59 anni.
Opzione Donna: cristallizzazione del diritto o requisiti da maturare entro fine anno?
Nel caso della nostra lettrice, i dubbi riguardano esclusivamente il ruolo di caregiver e la possibilità di usufruire dell’Opzione Donna nel 2026. Infatti, per essere riconosciute come caregiver della madre, occorre convivere da almeno 6 mesi con il familiare disabile.
Per “convivenza” si intende residenza nello stesso appartamento (identico numero civico), oppure al massimo in unità abitative distinte dello stesso condominio. Solo in queste condizioni l’INPS riconosce lo status di caregiver ai fini dell’Opzione Donna (ma anche per Quota 41 precoci e APE Social).
Nel caso in esame, la convivenza è iniziata il 16 luglio, quindi i sei mesi termineranno a gennaio 2025. Di conseguenza, non sarà possibile accedere all’Opzione Donna nel 2024, poiché tutti i requisiti, compresi i 6 mesi di convivenza, dovevano essere maturati entro il 31 dicembre 2024.
Anche per il 2026, la situazione non è più favorevole. L’Opzione Donna è una misura sperimentale e non è certo che sarà rinnovata nella prossima Legge di Bilancio. Tuttavia, anche se fosse confermata, alla lettrice sarà chiesto di maturare i 61 anni, i 35 anni di contributi e i 6 mesi di convivenza entro il 31 dicembre 2025. Quindi, anche in questo caso, non potrà accedere alla misura.
Ecco alcuni passaggi chiave da ricordare per le pensioni anticipate
Attenzione però: bisogna valutare se la lettrice possa rientrare nella vecchia versione di Opzione Donna, per cui vale il principio della cristallizzazione del diritto. Questo significa che chi ha maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2022 (58 anni di età e 35 di contributi per le dipendenti; 59 anni per le autonome) può ancora oggi andare in pensione, anche se non rientra nelle categorie oggi previste.
Non è necessario essere caregiver se si ha diritto cristallizzato: basta aver maturato i requisiti entro la data limite della precedente versione della misura.
In buona sostanza, la lettrice potrebbe andare in pensione subito solo se aveva già 58 anni e 35 di contributi al 31 dicembre 2022.
In caso contrario, dovrà attendere e fare i conti con i requisiti più rigidi e incerti delle versioni successive di Opzione Donna.