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Oggi: 05 Dic, 2025

Effetto super-dazi sui rendimenti obbligazionari, ecco cosa può accadere

Ecco il possibile impatto dei super-dazi annunciati dall'amministrazione Trump sui rendimenti obbligazionari europei.
5 mesi fa
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Rendimenti obbligazionari, impatto dei super-dazi USA
Rendimenti obbligazionari, impatto dei super-dazi USA © License Creative Commons

Decine di lettere sono state spedite nei giorni scorsi dall’amministrazione Trump ad altrettanti partner commerciali. Una di queste ha raggiunto Bruxelles e alla sua apertura non sono arrivate notizie affatto piacevoli. Dall’1 agosto i dazi americani sulle merci importate dall’Unione Europea saranno alzati dall’attuale 10% al 30%. Uno scenario peggiore delle previsioni e che può portare scompiglio all’economia mondiale. L’impatto, pur per il momento minimo, si sta avvertendo in queste ore anche sui rendimenti obbligazionari.

Impatto opposto per americani ed europei

Iniziamo con un auspicio: i dazi effettivi saranno ben inferiori a quelli minacciati da Washington.

Da qui a fine mese ci sarà tutto il tempo per trattare, che è poi quanto vorrebbe fare la stessa Casa Bianca. In fin dei conti, il tempo era già scaduto lo scorso 9 luglio e gli Stati Uniti hanno concesso altre tre settimane piene all’UE. E se questa volta Trump facesse sul serio o il negoziato fallisse?

Dazi al 30% triplicherebbero l’onere accusato dai consumatori americani per le importazioni dall’UE. Rispetto ai dazi pre-2 aprile, tale onere sarebbe di circa 12 volte maggiore. Un salasso che, verosimilmente, porterebbe a un calo delle nostre esportazioni verso gli Stati Uniti. Per gli americani ci sarebbe una maggiore inflazione a causa dei rincari delle importazioni, mentre per noi cittadini comunitari accadrebbe nell’immediato forse il contrario. Le nostre imprese, esportando di meno, sarebbero costrette a s-vendere di più sul mercato interno. L’aumento dell’offerta farebbe diminuire i prezzi. Potremmo assistere a una fase di deflazione, pur temporanea, acuita dal “super euro“.

Mercati chiusi minaccia a stabilità dei prezzi

Tuttavia, con il passare del tempo la chiusura dei mercati avrebbe riflessi recessivi sull’economia mondiale, nonché comporterebbe un aumento strutturale dei costi di produzione. Americani, europei, canadesi, giapponesi, australiani, sudcoreani, ecc., produrrebbero più merci in loco, chiaramente con rincari che pagherebbero i consumatori. L’inflazione, che nell’era della globalizzazione era stata sostanzialmente azzerata, tornerebbe a farsi sentire.

Scontando un simile scenario, cosa potremmo aspettarci dai rendimenti obbligazionari? Come detto, nell’immediato i super-dazi farebbero scivolare l’economia UE finanche in deflazione. La Banca Centrale Europea (BCE) verrebbe costretta a proseguire con il taglio dei tassi di interesse, specie se l’apprezzamento del cambio euro-dollaro si accentuasse. Ecco perché in queste ore i rendimenti stanno scendendo sul tratto medio-breve della curva dei tassi. Ad esempio, il BTp a 2 anni è passato dal 2,16% al 2,14%.

Curva più ripida per rendimenti obbligazionari

Sta accadendo il contrario ai rendimenti obbligazionari sul tratto lungo. Qui, stanno risalendo. Il BTp a 30 anni è passato dal 4,46% al 4,48%. Perché? I bond a lunga scadenza riflettono le aspettative d’inflazione più che le imminenti misure attese di politica monetaria. Per quanto sopra scritto, i dazi farebbero lievitare i prezzi al consumo negli anni futuri. Dunque, l’effetto complessivo dell’annuncio di Trump consiste nella formazione di una curva più ripida: rendimenti per scadenze brevi in calo, per scadenze lunghe in rialzo.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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