L’INPS è l’Istituto di Previdenza Sociale Italiano. Si tratta dell’ente pensionistico nazionale, il cui compito è quello di erogare le pensioni e raccogliere i versamenti contributivi dei lavoratori. Tradizionalmente, l’INPS si limita ad applicare le normative dettate dal legislatore, trasmettendole poi ai contribuenti.
Ma oggi questa funzione rischia di cambiare profondamente. Non più solo esecutore passivo dei diktat governativi, indipendentemente da chi sia al potere, bensì protagonista della progettazione delle politiche previdenziali. È proprio in quest’ottica che si inserisce il Libro Bianco Pensioni 2030, con cui l’INPS si prepara a disegnare il futuro della previdenza italiana.
Pensioni, ecco il piano dell’INPS per il 2030: cambia davvero tutto
A dire il vero, da tempo si registrano segnali di un possibile cambio di rotta per l’INPS.
Basti ricordare gli interventi di Tito Boeri, ex Presidente dell’ente, che propose soluzioni per superare la legge Fornero e per garantire la sostenibilità del sistema.
Lo stesso vale per Pasquale Tridico, altro ex Presidente dell’INPS, che avanzò una propria proposta di riforma, prevedendo la possibilità di liquidare la pensione in due quote: una anticipata e penalizzata, l’altra al raggiungimento dell’età ordinaria, con ricalcolo favorevole per il pensionato.
Il ruolo dell’INPS, quindi, sta assumendo una nuova centralità. Con il Libro Bianco Pensioni 2030, l’Istituto potrebbe diventare motore delle riforme, non solo esecutore.
Come cambia la previdenza sociale da un anno all’altro
Da anni l’INPS si trova a dover gestire continui cambiamenti normativi, introdotti dai governi di turno. Le misure sono spesso temporanee, sperimentali, poco stabili, con requisiti e regole che cambiano di anno in anno.
Un caos normativo che confonde i contribuenti. e probabilmente anche i tecnici dell’INPS.
Alcuni esempi aiutano a comprendere.
- Quota 103, introdotta nel 2023, è l’evoluzione di Quota 100 (2019-2021) e Quota 102 (2022). Prevede 62 anni di età e 41 di contributi, ma con calcolo misto e penalizzazioni variabili.
- Nel 2024 arriva la stretta: calcolo totalmente contributivo, e limite massimo dell’importo che scende da 5 a 4 volte il trattamento minimo.
- L’Ape Sociale ha visto un innalzamento del requisito anagrafico da 63 a 63 anni e 5 mesi, con oscillazioni annuali sull’elenco delle professioni gravose.
- Opzione Donna è stata ridimensionata: da misura accessibile a tutte, è diventata riservata solo ad alcune lavoratrici, con età aumentata da 58 a 61 anni e sconti solo per chi ha figli.
Il Libro Bianco delle Pensioni dell’INPS
Oggi, la direttrice generale dell’INPS, Valeria Vittimberga, ha annunciato il lancio del Libro Bianco delle Pensioni 2030. Un documento strategico, che punta a rendere il sistema previdenziale italiano più dinamico, flessibile e, soprattutto, sostenibile.
In un contesto in cui regna l’incertezza normativa, e dove molte delle misure attuali rischiano di cessare a breve, servono interventi strutturali, non più soluzioni tampone. Anche se, come pare, il governo deciderà di bloccare l’aumento dei requisiti nel 2027, non si potrà proseguire all’infinito con rinvii e deroghe. A meno di eventi eccezionali (come una nuova pandemia), l’aspettativa di vita della popolazione continuerà ad aumentare, e il sistema previdenziale dovrà adattarsi.
Pensioni INPS: per forza di cose, i requisiti dovranno adeguarsi
È ormai evidente che, prima o poi, i requisiti per accedere alla pensione dovranno salire. Se ciò non accadrà nel 2027, sarà nei bienni successivi. Non si può andare avanti a bloccare l’adeguamento automatico all’aspettativa di vita tramite decreti emergenziali.
Molte delle misure attuali, infatti, sono destinate a non essere confermate dopo il 2025. Sono strumenti che, anche rimanendo in vigore, riguardano una platea ristretta.
Un esempio su tutti è Quota 103, che registra pochi accessi: le penalizzazioni e i limiti imposti la rendono poco conveniente per la maggior parte dei contribuenti.
Il futuro delle pensioni secondo l’INPS: 64 anni per tutti (forse)
Il Libro Bianco avrà il compito di delineare le linee guida per i pensionamenti futuri. Tra le novità più attese: l’introduzione di una misura universale per il pensionamento a 64 anni.
Attualmente, questa possibilità è riservata ai contributivi puri, ma si pensa di estenderla anche ai soggetti con carriera mista. Si ipotizza anche l’utilizzo della previdenza integrativa per raggiungere le soglie minime di pensione, oggi fissate a:
- 3 volte l’assegno sociale per gli uomini e le donne senza figli;
- 2,8 volte per le donne con un figlio;
- 2,6 volte per le donne con due o più figli.
Tuttavia, si prevede che dal 2030 i requisiti aumenteranno: non solo l’importo minimo, ma anche gli anni di contributi, che potrebbero passare da 20 a 25, e poi a 30 anni, in particolare per chi utilizza anche la rendita complementare.