Il Fisco potrebbe effettuare controlli su coloro che pagano con la carta in vacanza. Come cantano i Lùnapop con il brano 50 Special: “Devo fare in fretta, devo andare a una festa, fammi fare un giro prima sulla mia Vespa. Dammi una Special, l’estate che avanza, dammi una Vespa e ti porto in vacanza. Ma quanto è bello andare in giro con le ali sotto ai piedi, se hai una Vespa Special che ti toglie i problemi“.
Note che evocano la spensieratezza tipica dell’estate, tra feste, viaggi e libertà.
Purtroppo, però, non è sempre così. Anche i momenti di relax, infatti, possono nascondere qualche insidia fiscale, soprattutto per chi paga tutto con la carta.
Sebbene vacanze e pagamenti digitali siano ormai una prassi, il Fisco potrebbe storcere il naso e decidere di vederci chiaro. Questo avviene, ad esempio, nel caso in cui si accorga di spese dall’importo particolarmente elevato rispetto al reddito dichiarato.
Occhio anche quando si parte in gruppo di amici e una sola persona anticipa la spesa per tutti: il Fisco può controllare i bonifici in entrata oltre a quelli in uscita se sono anomali rispetto alla media o al reddito dichiarato.
Attento a dove vai in vacanza se paghi con la carta: il Fisco potrebbe chiederti spiegazioni
Ormai la tecnologia è una presenza costante nella nostra quotidianità e, con essa, ogni pagamento diventa tracciabile. Anche durante le vacanze, dunque, le spese sostenute possono attirare l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate. Questo è possibile perché banche, poste e altri operatori finanziari trasmettono regolarmente all’Amministrazione fiscale una serie di informazioni dettagliate sui conti correnti dei contribuenti, tra cui saldi, investimenti, movimentazioni e perfino dati relativi alle cassette di sicurezza.
Grazie a strumenti come l’Anagrafe dei Rapporti Finanziari, quindi, il Fisco ha accesso ai dati bancari e può confrontare le spese sostenute con il reddito dichiarato. Il tutto al fine di contrastare l’evasione fiscale. Ne consegue che spese ingenti, come soggiorni in hotel di lusso, cene raffinate, voli internazionali o vacanze esclusive pagate con carte o bancomat, pur essendo perfettamente legittime, potrebbero far emergere uno stile di vita non compatibile con i redditi dichiarati.
In questi casi l’Agenzia delle Entrate può ipotizzare che si tratti di un caso di evasione e procedere con degli accertamenti. A quel punto spetterà al contribuente dover fornire spiegazioni, dimostrando l’origine lecita delle somme spese.
Come difendersi in caso di controlli
Le vacanze, ovviamente, devono restare un momento all’insegna della libertà e della spensieratezza. Chi usa regolarmente la carta per ogni spesa, però, dovrebbe farlo con consapevolezza, tenendo conto del fatto che ogni movimento può essere tracciato e, se incoerente con quanto dichiarato, analizzato. Per questo motivo si consiglia di conservare sempre la documentazione che giustifica le proprie disponibilità economiche, anche per un soggiorno sotto il sole.
Ricevere un accertamento comunque, è bene sottolineare, non significa essere automaticamente colpevoli. Tuttavia, come già detto, la responsabilità di giustificare le spese sarà a carico del contribuente. Come si evince dall’articolo 32 del Decreto del Presidente della Repubblica numero 600 del 29 settembre 1973, infatti:
“Per l’adempimento dei loro compiti gli uffici delle imposte possono:
1) procedere all‘esecuzione di accessi, ispezioni e verifiche a norma del successivo articolo 33;
2) invitare i contribuenti, indicandone il motivo, a comparire di persona o per mezzo di rappresentanti per fornire dati e notizie rilevanti ai fini dell’accertamento nei loro confronti […]
3) invitare i contribuenti, indicandone il motivo, a esibire o trasmettere atti e documenti rilevanti ai fini dell’accertamento nei loro confronti, compresi i documenti di cui al successivo art. 34. Ai soggetti obbligati alla tenuta di scritture contabili secondo le disposizioni del titolo III può essere richiesta anche l’esibizione dei bilanci o rendiconti e dei libri o registri previsti dalle disposizioni tributarie. L’ufficio può estrarne copia ovvero trattenerli, rilasciandone ricevuta, per un periodo non superiore a sessanta giorni dalla ricezione. Non possono essere trattenute le scritture cronologiche in uso”.
Che significa questo? Che per difendersi, quindi, sarà necessario fornire adeguata documentazione, come ricevute o contratti di compravendita. Ma non solo, è possibile presentare anche eventuali atti notarili, bonifici bancari e attestazioni di donazioni, eredità o vincite già tassate. Se le entrate e le uscite non nascondono attività illecite o in nero non vi è nulla da temere.
Il suggerimento finale ai contribuenti che usano spesso la carta anche in vacanza all’estero è pertanto di conservare tutti i documenti che attestino i vari movimenti, in modo tale da poterli esibire in caso di controlli e evitare spiacevoli conseguenze.