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Oggi: 15 Ago, 2025

Pensioni subito nel 2025: due soluzioni per completare la carriera immediatamente col riscatto

Come completare una carriera con il riscatto per andare in pensione immediatamente anche se mancano qualche anno di contributi.
1 mese fa
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pensioni pochi anni di contributi
Foto © Investireoggi

Ci sono modi per andare in pensione subito e che tanti contribuenti nemmeno conoscono. Modi per completare una carriera lavorativa e contributiva carente che allo stato delle cose non consentirebbe di andare in pensione. Ma non parliamo di riempire la carriera continuando a lavorare magari per un lustro o un decennio.

E non parliamo nemmeno di soluzioni illecite per riempire fittiziamente un estratto conto contributivo che effettivamente non si può riempire con stratagemmi e trucchetti.

Parliamo di un completamento della carriera tramite il riscatto di periodi in cui o mancano del tutto i versamenti perché mai effettuati da chi in quegli anni era senza occupazione e senza alcuna copertura assicurativa.

Il riscatto per la pensione può essere utile. Perché per esempio parliamo anche di periodi spesi a studiare, per poi conseguire un titolo di studio come lo è la laurea.

Pensioni subito nel 2025: due soluzioni per completare la carriera immediatamente col riscatto

Partiamo dal riscatto più conosciuto che è quello che riguarda i periodi dedicati allo studio universitario da chi poi effettivamente è diventato “dottore” nel senso che ha preso la laurea.

Il primo vincolo per poter sfruttare quello che si chiama riscatto della laurea infatti è il conseguimento del titolo di studio. Chi ha frequentato l’Università, ma alla fine non ha ottenuto ciò che doveva, cioè la laurea, è escluso a priori dalla possibilità di riscattare quegli anni ai fini pensionistici. E riscattare questi periodi significa rendere utili alla pensione quegli anni.

Quanti si trovano con qualche anno in meno di versamenti rispetto ai 20 anni minimi che servono per le pensioni di vecchiaia? E quanti si trovano senza i 41,10 anni di versamenti per le pensioni anticipate ordinarie per le donne o i 42,10 anni di versamenti per la stessa misura nel caso degli uomini? Ma ogni misura pensionistica ha un vincolo contributivo prefissato da centrare.

Se non si arriva alla giusta carriera, non c’è modo per andare in pensione con la quota 41 o la quota 103, dove servono in entrambi i casi 41 anni di contributi. E non si può andare in pensione con lo scivolo usuranti o opzione donne dove invece è necessario arrivare a 35 anni.

Nemmeno una misura di accompagnamento alla pensione come l’Ape sociale si centra se non viene completato il requisito contributivo dei 30 anni per invalidi, disoccupati e caregiver, o i 36 anni per gli addetti ai lavori gravosi.

Il riscatto per andare in pensione prima, tra periodo di studio e pace contributiva

Per quanto detto in precedenza, ecco che il riscatto, qualunque sia la formula o la misura prescelta, diventa a volte fondamentale. E diventa una possibilità da non lasciarsi scappare assolutamente per chi può sfruttarla.

Va anche detto che un riscatto gratuito non esiste e che al contribuente viene sempre chiesto di versare un corrispettivo per poter poi arrivare a prendere ciò che deve, ovvero la pensione. Un onere di riscatto che in alcuni casi è agevolato, ma mai gratuito. Che in alcuni casi da diritto ad un ristoro di una parte di quanto versato sotto forma di sgravio fiscale (detrazione in dichiarazione dei redditi), ma non c’è la possibilità che non ci sia un onere da versare.

Il riscatto della laurea, in effetti, permette di anticipare l’uscita dal mondo del lavoro ma non a tutti in primo luogo perché è necessario versare davvero molti soldi.

Sono tante le cose da considerare prima di cimentarsi a scegliere il riscatto per poi andare in pensione. La propria età, l’inizio della carriera lavorativa, l’incidenza sul calcolo della pensione di questi anni di riscatto.
>Resta il fatto che per il tramite del riscatto della laurea permette di anticipare la pensione anche di 5 anni perché è proprio di 5 anni il riscatto massimo ma flessibile previsto per questo genere di periodo.

A volte riscattare i contributi non sortisce l’effetto sperato, niente pensione subito per chi fa questa scelta

Un’altra soluzione è la cosiddetta pace contributiva. Parliamo di uno strumento che consente a chi ha iniziato a versare dopo il 1995 di completare la carriera contributiva riempiendo fino a 5 anni di buchi presenti nel suo estratto conto. Oppure fino a 10 anni ma solo per chi ha già aderito alla pace contributiva nel triennio 2019-2021. Infatti questo strumento è stato in vigore già in passato, per poi essere riattivato nel 2024 e nel 2025.

Con la pace contributiva chi ha dei periodi tra il primo e l’ultimo anno di versamenti, scoperti da qualsiasi copertura, può riscattarli. Pagando anche in questo caso un corrispettivo basato sulla retribuzione lorda utile ai fini previdenziali degli ultimi 12 mesi. E con la stessa aliquota a carico dei lavoratori nel fondo dove si va a chiedere il riscatto. Il riscatto anche se a pagamento conviene quindi per andare in pensione prima.

Per le pensioni dei contributivi puri il riscatto è dannoso

Ma è proprio su chi ha cominciato a lavorare dopo il 1995 che i rischi sono quelli di usare uno strumento che fa solo danni. Prendiamo ad esempio un soggetto che ha cominciato a versare solo nel 2000 perché prima si è laureato andando all’Università dal 1990 al 1996. Riscattando i periodi di studio questo soggetto da contributivo puro diventa retributivo.

Cioè grazie al riscatto avrà un calcolo della pensione migliore perché in parte retributivo. Ma non sempre è così, e il più delle volte è un miglioramento minimo di importi della pensione.

Ma perderà quello status di contributivo puro che alla fine dà diritto ad uscire a determinate condizioni, a 64 anni di età. Infatti per chi è privo di versamenti al 31 dicembre 1995, c’è la possibilità di andare a riposo con la pensione anticipata contributiva. Che è una misura che permette l’uscita a 64 anni di età con 20 anni di versamenti. Ma solo se si è maturata una pensione pari a 3 volte l’assegno sociale. Con il riscatto perdendo lo status di contributivo questa misura non può essere più sfruttata.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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