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Oggi: 05 Dic, 2025

Rimborsi fiscali. Manca il Regolamento MEF e pagano i contribuenti

Senza il regolamento MEF la compensazione volontaria scatta ancora per rimborsi IRPEF sotto 500 €
5 mesi fa
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rimborso 730
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Molti contribuenti ci stanno segnalando che l’Agenzia delle entrate nonostante l’intervento del D.Lgs n°110/2024 sta procedendo alla compensazione tra cartelle scadute e rimborsi Irpef anche se questi non superano la soglia di 500 euro.

Con la riforma della riscossione, il legislatore ha previsto che la procedura di compensazione volontaria scatta solo in presenza di rimborsi superiori a 500 euro. Fermo restando la verifica da parte dell’ADER di cartelle scadute per oltre 1.500 euro.

Dunque per far si che scatti la suddetta procedura di compensazione devono sussistere entrambe le condizioni: rimborsi superiori a 500 euro; cartelle scadute per oltre 1.500 euro, senza considerare però i carichi oggetto di rateazione, sgravio, sospensione, rottamazione, ecc.

Vediamo se l’operato del Fisco è lecito o meno e cosa può fare il contribuente per difendersi.

La compensazione volontaria dei rimborsi fiscali

L’articolo 28-ter del DPR 602/1973 disciplina la “compensazione volontaria” tra crediti d’imposta spettanti al contribuente (ad esempio un rimborso IRPEF ) e debiti iscritti a ruolo.

In pratica, quando il rimborso supera la soglia dei 500 euro l’Agenzia delle Entrate invia all’ADER i dati della somma da restituire. Il limite di 500 euro è stato fissato dalla riforma della riscossione; il precedente limite era pari a 60 euro.

Grazie alla compensazione volontaria, l’agente della riscossione sospende l’eventuale attività esecutiva e propone al contribuente di usare quel credito per saldare le cartelle scadute superiori a 1.500 euro.

Il destinatario ha 60 giorni per accettare o rifiutare: se accetta, il rimborso viene trattenuto fino a concorrenza del debito. Se tace o dice no, le somme restano “congelate” fino al 31 dicembre dell’anno successivo, pronte per eventuale pignoramento. L’ADER può riattivare le azioni di recupero.

Il pignoramento però è previsto da un provvedimento ADE e non da una norma specifica, il che potrebbe dare seguito a diverse contestazioni verso l’Erario (vedi Parere n. 1446/2018 del Consiglio di Stato in materia di sanzioni per violazione dell’obbligo di accettazione di pagamenti tracciabili da parte di imprese e professionisti).

Compensazione anche per i rimborsi da 730

Questa procedura riguarda anche i rimborsi da 730, spesso attesi in busta paga (lavoratori) o sul cedolino (pensionati).

Prima dell’erogazione, il Fisco verifica la presenza di cartelle scadute: se ci sono, parte la proposta di compensazione.

Dal 2025, però, l’art. 16 del D.Lgs 110/2024 ha trasformato la compensazione da facoltativa a obbligatoria: i rimborsi compresi quelli da 730 saranno per norma (e non più per provvedimento) automaticamente dirottati a copertura dei ruoli scaduti anche in assenza di consenso.

Ne deriva che chi attende un rimborso e ha debiti iscritti a ruolo deve monitorare tempestivamente la propria posizione, sanare o rateizzare prima dell’elaborazione del conguaglio. Solo così eviterà lo stop al credito o, peggio, il pignoramento delle somme maturate.

La compensazione volontaria, insomma, è oggi uno strumento che diventerà presto un meccanismo automatico di incasso, rendendo i rimborsi 730 un vero e proprio scudo a favore dell’erario.

Rimborsi fiscali. Manca il Regolamento MEF e pagano i contribuenti

La riforma della riscossione con effetti dal 2025 prevede che:

  • i rimborsi fiscali superiori a 500 euro (non più 60 euro) possano essere bloccati in presenza di cartelle esattoriali scadute.

    O anche avvisi per importi superiori a 1.500 euro (conferma vecchio limite);

  • l’applicazione delle nuove regole scatta solo dopo 60 giorni dalla pubblicazione del regolamento attuativo del MEF.

Regolamento che, a oggi, non è ancora stato approvato.

L’assenza del regolamento legittima il Fisco a bloccare rimborsi anche di importo modesto ossia di poco superiore a 60 euro.

Questo implica che i contribuenti con debiti esattoriali superiori ai 1.500 euro si vedono trattenuti anche rimborsi di poche decine di euro. Aumentando i problemi di liquidità per chi sperava di recuperare rapidamente il credito fiscale.

In sintesi, le nuove soglie previste dalla riforma entreranno in vigore 60 giorni dopo l’approvazione del regolamento attuativo del MEF.

Fino a quel momento, il Fisco continuerà ad applicare il vecchio sistema, basandosi sui limiti preesistenti: anche per rimborsi sotto soglia di 500 euro.

Riassumendo

  • Soglia dei 500 € ancora inapplicata – In assenza del regolamento MEF previsto dal D.Lgs 110/2024, l’Agenzia delle Entrate continua a proporre la compensazione volontaria anche per rimborsi fiscali inferiori a 500 €, applicando di fatto il vecchio limite di 60 €.
  • Doppio requisito formale (in futuro) – La riforma stabilisce che la procedura scatterà solo quando coesistono rimborsi > 500 € e cartelle esattoriali scadute > 1 500 € (escluse quelle in rateazione, sospese o rottamate); ma finché manca il regolamento, l’applicazione resta “libera”.
  • Iter e tempistiche della compensazione – L’art. 28-ter DPR 602/1973 prevede l’invio dei dati del rimborso ad ADER, che offre al contribuente 60 giorni per accettare o rifiutare la compensazione. In caso di diniego o silenzio, il credito è congelato e può essere pignorato entro il 31 dicembre dell’anno successivo.
  • Rimborsi 730 inclusi – Anche i conguagli da modello 730 sono soggetti al blocco: dal 2025, con l’art. 16 D.Lgs 110/2024, la compensazione diventerà obbligatoria e automatica, senza più richiesta di consenso.
  • Rischio liquidità e pignoramento – Finché le nuove soglie non entrano in vigore (60 giorni dopo il regolamento MEF), possono essere trattenuti persino rimborsi di poche decine di euro; i contribuenti con ruoli scaduti > 1 500 € devono quindi sanare o rateizzare in tempo per evitare stop e future azioni esecutive.

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

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