Una fase positiva per i titoli di stato italiani, i cui rendimenti stringono rispetto ai livelli “core” della Germania ai minimi dal 2010. Difficile, però, il recupero delle perdite accusate negli ultimi anni con la risalita dei rendimenti e la contestuale discesa dei prezzi. Specie se gli acquisti sono avvenuti in un contesto per i primi ai minimi storici. E’ il caso del BTp Green 2045 (ISIN: IT0005438004). L’emissione fu tenuta nel marzo del 2021, quando le condizioni monetarie nell’Eurozona erano massimamente espansive. Tassi negativi, acquisti massicci di bond tra Quantitative Easing e PEPP, nonché investitori a caccia di “safe asset” in piena pandemia.
Quotazione dimezzata dall’emissione
Il BTp Green 2045 venne emesso ad un prezzo di 99,17 centesimi, poco sotto la pari. Sarebbe risalito sopra la pari nei mesi successivi, mentre avrebbe toccato il minimo storico nell’ottobre del 2023 a circa 52 centesimi. In altre parole, sul mercato si è arrivati a comprarlo per poco più della metà del suo valore nominale. Da allora c’è stata una risalita del 25% ai 66,60 centesimi di oggi, che implicano pur sempre uno sconto di un terzo rispetto al valore di rimborso alla scadenza.
Cedola bassa
Cosa ha affossato la quotazione? Dicevamo, la risalita dei rendimenti per effetto dell’inflazione. La cedola dell’1,50% annuo lordo è risultata improvvisamente miserrima per un bond ultra-ventennale. Ancora oggi la cedola effettiva netta, cioè rapportata alla quotazione e detratta l’imposizione fiscale, vale meno del 2%. Qual è stato finora il bilancio di un investimento nel BTp Green 2045 dal giorno dell’emissione? Lo scopriremo con semplici calcoli.
C’è da sapere che la data di godimento fu fissata al 30 ottobre del 2020, cioè a 4 mesi e mezzo prima dell’emissione.
Questo significa che il bond ha generato agli obbligazionisti cedole per circa il 7% lordo. Al netto dell’imposta del 12,50% e in rapporto al prezzo iniziale, fanno il 6,15%. Peccato che se oggi volessimo rivendere sul mercato il BTp Green 2045, perderemmo quasi il 33% dell’investimento per via del crollo della quotazione. E in questi 4 anni e 3 mesi il capitale reale è diminuito del 17,5% per effetto dell’inflazione. Ricapitolando, abbiamo incassato cedole per poco più del 6% (inflazione inclusa) contro un capitale diminuito in termini effettivi del 50%.
BTp Green 2045 appetibile con rendimenti in calo
Non serve un genio per capire che il BTp Green 2045 si sia rivelato un pessimo affare per quanti lo hanno acquistato agli inizi. Oggi, però, offre un rendimento di poco inferiore al 4% e buone prospettive di apprezzamento con il calo dei rendimenti. Data la “duration” modificata di 15,78 anni, se questi scendessero al 3%, farebbero schizzare la quotazione a 77 centesimi. Un’ipotesi che si verificherebbe nel caso di “raffreddamento” delle aspettative d’inflazione nell’Eurozona e attenuazione dei timori dei mercati su debiti e dazi. Ma il ritorno alla pari da qui ai prossimi anni resta oggi come un oggi un sogno. Il recupero totale delle perdite per gli investitori della prima ora appare remoto.
giuseppe.timpone@investireoggi.it

