Il 3 luglio 2025, con un provvedimento firmato dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Vincenzo Carbone, sono state definite le procedure attraverso cui l’Amministrazione fiscale mette a disposizione dei contribuenti informazioni dettagliate riguardo eventuali omissioni o errori nella Dichiarazione IVA 2025 (riferita all’anno d’imposta 2024).
Sfruttando i dati già in possesso dell’Agenzia, l’intento è supportare, con l’invio di lettere compliance, i contribuenti nella regolarizzazione di posizioni irregolari, con l’opportunità di accedere a un regime sanzionatorio più favorevole.
Anomalie nella Dichiarazione IVA 2025: criteri di rilevazione
Le irregolarità rilevate derivano da un’analisi incrociata delle informazioni acquisite tramite due fonti principali: le fatture elettroniche e i corrispettivi giornalieri inviati telematicamente dagli operatori economici.
Quando dai dati emergono segnali discordanti rispetto alla Dichiarazione IVA presentata o, peggio, in assenza di presentazione della stessa, l’Agenzia attiva un sistema di alert e, quindi, l’invio di lettere compliance.
Le casistiche che fanno scattare la segnalazione sono principalmente tre.
- Omessa trasmissione della Dichiarazione IVA 2025 (per l’anno 2024).
- Dichiarazione trasmessa ma mancante dei quadri VE (relativo alle operazioni attive) o VJ (necessario in presenza di acquisti in regime di reverse charge).
- Dichiarazione presentata con un volume di operazioni attive inferiore a 1.000 euro, non coerente con i dati in possesso dell’Amministrazione.
Comunicazione delle anomalie: contenuto e strumenti digitali
L’Agenzia delle Entrate utilizza il domicilio digitale del contribuente per inviare la comunicazione di anomalia. Il messaggio arriva tramite Posta Elettronica Certificata (Pec), assicurando tracciabilità e ufficialità del processo. Parallelamente, lo stesso documento è consultabile all’interno del “Cassetto fiscale” e nell’area “Fatture e Corrispettivi” del portale istituzionale dell’Agenzia, accessibile tramite credenziali SPID, CIE o CNS.
Il contenuto della comunicazione è strutturato in modo chiaro. Oltre ai dati identificativi del contribuente e alla descrizione della dichiarazione ritenuta anomala, vengono fornite:
- indicazioni per approfondire la natura della discrepanza;
- modalità per presentare eventuali chiarimenti o giustificazioni;
- istruzioni dettagliate per correggere la propria posizione fiscale.
L’intento è quello di favorire la collaborazione e la compliance volontaria, offrendo al contribuente la possibilità di regolarizzare la propria Dichiarazione IVA in modo agevolato.
Dialogo con l’Agenzia e chiarimenti sulle anomalie della Dichiarazione IVA 2025
In presenza di dubbi o perplessità in merito agli elementi segnalati, è possibile richiedere ulteriori delucidazioni o trasmettere documentazione utile a giustificare la presunta anomalia. Il contribuente può interagire direttamente con l’Agenzia oppure avvalersi di un intermediario abilitato, come commercialisti o CAF.
La risposta deve seguire le modalità indicate nel messaggio ricevuto, ma è importante sottolineare che l’indirizzo Pec da cui proviene la comunicazione non è abilitato a ricevere risposte. Eventuali richieste devono essere inviate attraverso i canali dedicati previsti nel provvedimento.
Correzione delle irregolarità: termini e benefici
Una delle novità centrali del provvedimento riguarda la possibilità di sanare le violazioni attraverso il ravvedimento operoso, con sanzioni ridotte rispetto a quelle previste in caso di accertamento.
Nello specifico:
- se la Dichiarazione IVA non è stata presentata, è possibile trasmetterla entro 90 giorni dalla scadenza ordinaria del 30 aprile 2025, quindi entro il 29 luglio 2025.
In tal caso, il contribuente deve versare le imposte dovute, gli interessi e la sanzione ridotta, secondo le modalità previste dal nuovo assetto del ravvedimento introdotto dal Decreto Legislativo n. 87/2024;
- se invece sono stati commessi errori o dimenticanze all’interno di una dichiarazione già trasmessa, è possibile inviare una dichiarazione integrativa, con conseguente versamento di quanto dovuto e accesso alle riduzioni sanzionatorie secondo lo stesso schema normativo.
Il ravvedimento resta uno strumento fondamentale per sanare spontaneamente le violazioni. Garantendo maggiore flessibilità e minori oneri per i contribuenti rispetto a un intervento sanzionatorio diretto da parte dell’Amministrazione.
Dichiarazione IVA 2025, violazioni prodromiche: sanzioni autonome
Il provvedimento specifica anche che, nel contesto del ravvedimento, restano applicabili in via autonoma le sanzioni ridotte relative alle cosiddette “violazioni prodromiche”. Si tratta di infrazioni preliminari, come l’omessa o irregolare memorizzazione e trasmissione telematica dei dati, che, sebbene distinte dalla Dichiarazione IVA in sé, contribuiscono alla formazione di un quadro fiscale incoerente.
La loro regolarizzazione, anch’essa possibile con il ravvedimento operoso, è fondamentale per ristabilire la correttezza complessiva dell’adempimento.
Riassumendo
- L’Agenzia segnala irregolarità nella Dichiarazione IVA 2025 (anno d’imposta 2024) tramite comunicazione via PEC.
- Anomalie rilevate da confronto tra fatture elettroniche e dati trasmessi telematicamente.
- Comunicazioni accessibili anche online nel Cassetto fiscale e portale Fatture e Corrispettivi.
- Possibile inviare chiarimenti o documentazione tramite canali indicati, non via PEC.
- Irregolarità sanabili entro 90 giorni con ravvedimento operoso e sanzioni ridotte.
- Restano dovute le sanzioni autonome per violazioni preliminari ai dati fiscali.