Dal 2000 il tuo quotidiano indipendente su Economia, Mercati, Fisco e Pensioni
Oggi: 05 Dic, 2025

Dazi, NATO e global minimum tax: Trump fa l’en plein e l’Europa si adegua al nuovo corso

L'amministrazione Trump detta la linea su tutti i fronti caldi in discussione e l'Europa esegue dai dazi all'aumento delle spese militari.
5 mesi fa
3 minuti di lettura
Trump ordina e l'Europa esegue
Trump ordina e l'Europa esegue © Licenza Creative Commons

Sembrano lontani i toni minacciosi con cui il presidente Donald Trump si rivolgeva all’Europa e viceversa. Eppure, sono passate poche settimane. Basti pensare all’allineamento di Bruxelles a Washington sui raid americani in Iran. La geopolitica unisce dopo avere diviso. Ma non facciamoci traviare dalle dichiarazioni al miele di questo o quel leader, perché il rapporto tra le due sponde dell’Atlantico è ancor meno equilibrato di quanto già non appaia. L’Europa sta incassando colpo su colpo inferto da Trump senza significative resistenze.

Più dazi e spese militari

Partiamo dai dazi. Nei giorni scorsi, il presidente americano aveva balenato l’ipotesi di un rinvio della scadenza del 9 luglio per siglare l’accordo commerciale con l’Unione Europea. Man mano che ci avviciniamo a tale data, prende sempre più corpo il mantenimento dell’attuale tariffa del 10%.

E’ la metà di quanto sarebbe in assenza di un’intesa tra le parti, ma pur sempre il quadruplo del livello medio pre-2 aprile. E senza contare che su acciaio e alluminio il dazio è salito al 50%.

In pratica, le imprese europee per esportare negli USA fronteggeranno barriere tariffarie per quattro volte superiori al passato. I mercati hanno già scontato nei prezzi tale scenario, per cui stanno reagendo positivamente al venir meno dell’ipotesi più estrema. Ma l’Europa ha ceduto a Trump anche sulle spese militari. Il vertice NATO di settimana scorsa a L’Aia, Olanda, ha sancito il loro aumento al 5% del Pil. Il precedente obiettivo, ad oggi disatteso dagli stati membri, era stato fissato al 2% nel 2014. Non tutto e subito, ma “i governi dovranno trovare i soldi”, ha avvertito il segretario Mark Rutte.

Trump incassa e l’Europa cede

Grazie a questo impegno, Trump ha raggiunto un doppio obiettivo: far pagare alla stessa Europa per la propria sicurezza dopo 80 anni di scrocco e aumentare possibilmente le esportazioni militari. Infatti, parte dell’aumento delle spese si rivolverà in maggiori acquisti dagli USA per due ragioni: posseggono la più alta tecnologia esistente al mondo ed è un modo per imbonire Trump sul fronte dei dazi e del sostegno all’Ucraina contro la Russia.

Riepilogando: Trump stanga le importazioni dall’Europa e al contempo questa gli offre maggiori acquisti di prodotti e servizi militari, ma anche di gas e petrolio. Se è vero che l’accordo non consentirebbe lo stesso agli USA di colmare l’enorme deficit commerciale con il resto del mondo e neppure forse quello con la sola UE, di certo siamo dinnanzi a una vittoria strabordante di Washington sul piano delle trattative.

Società USA escluse da minimum tax, rally in borsa

E non è finita qui. Nel 2021, i grandi della Terra avevano siglato un accordo sulla cosiddetta Global Minimum Tax. In pratica, le multinazionali non avrebbero dovuto versare al fisco degli stati in cui operano meno del 15% dei loro profitti. Ebbene, il G7 presieduto dal Canada ha appena annunciato che da tale accordo saranno esentate le società americane.

Che poi erano quelle a cui l’imposta minima era rivolta. Altra vittoria per la Big Tech, ossia colossi del tenore di Google, Apple, Microsoft, Meta, ecc. Non ci saranno maggiori tasse a carico delle multinazionali a stelle e strisce. In cambio, Trump ha revocato la “revenge tax” del 20% a carico di cittadini e imprese provenienti dagli stati che applicheranno la Global Minimum Tax.

E se è vero che Trump ha seminato il caos sui mercati finanziari nei mesi scorsi, specie in aprile, abbiamo un po’ tutti commesso l’errore di guardare al dito e non alla luna. L’indice S&P 500 non solo ha recuperato in toto le perdite, ma venerdì scorso chiudeva ai nuovi massimi storici. Il petrolio costa oggi oltre il 15% (in dollari) in meno rispetto a prima che Trump diventasse presidente. Il WTI sfiorava gli 80 dollari al barile a gennaio, mentre ora viaggia sui 65 dollari. Nel frattempo, ad essersi indebolito è il dollaro del 12% contro le principali valute mondiali. A ciò puntava Trump per risollevare le sorti delle esportazioni americane. Un cambio meno forte aiuta in tal senso, rendendo più competitiva l’economia.

Trump batte l’Europa su tutta la linea

Infine, i rendimenti a breve sono scesi di mezzo punto percentuale dal ritorno di Trump alla Casa Bianca. Gli stessi rendimenti a lungo stanno tornando a scendere e oggi segnano circa -0,30% rispetto ad allora. I mercati scontano tre tagli ai tassi di interesse entro l’anno, mentre le aspettative d’inflazione per il momento non risultano surriscaldate in misura apprezzabile, pur restando sopra il target del 2%. Trump sta vincendo su tutta la linea, mentre l’Europa è passata dalle minacce all’esecuzione degli ordini impartiti. La fuga dal dollaro deve essere dimostrata, ma ad oggi non sta favorendo l’euro come asset d’investimento. Tra le riserve delle banche centrali il suo peso non sale, al contrario dell’oro.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

controlli 730 2018
Articolo precedente

Comunicazione dell’oro all’Anagrafe rapporti finanziari. Obbligo anche per quello detenuto in casa?

Cinzano
Articolo seguente

Campari vende Cinzano: il gruppo Caffo lo compra per 100 milioni di euro