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Oggi: 19 Set, 2025

Tasse in Italia i calcoli: ecco cosa pagano i cittadini, cifre assurde di IMU, IRPEF ma non solo

Ecco alcuni esempi con tanto di calcolo delle tasse in Italia e perché parlare di salasso per i contribuenti non è esercizio azzardato.
2 mesi fa
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tasse Italia
Foto © Licenze Creative Commons

In Italia le tasse rappresentano un fardello pesantissimo. Molti cittadini lamentano il fatto di dover pagare imposte esorbitanti praticamente su tutto: dalla casa all’auto, dai redditi al televisore. E se il numero delle tasse appare già spropositato, entrando nel dettaglio economico l’assurdità diventa ancora più evidente.

Vediamo allora quali imposte è tenuto a versare un normale cittadino per vivere nel Bel Paese. E i numeri, come vedremo, sono davvero impressionanti.

Tasse in Italia: i calcoli. Ecco cosa pagano i cittadini tra IMU, IRPEF e non solo

In queste settimane i contribuenti italiani sono impegnati con la dichiarazione dei redditi: dal modello 730 al Modello Redditi Persone Fisiche, passando per la dichiarazione IMU, IVA, tassa sui rifiuti, Canone Rai e molto altro.

In Italia gli adempimenti fiscali sono incessanti: mese dopo mese, settimana dopo settimana, c’è sempre una scadenza da rispettare. Vuoi comprare un’auto? Paghi le tasse di immatricolazione. Poi arriva il bollo auto. Vuoi acquistare o affittare una casa? Imposte di registro, bolli, tasse notarili. E persino morire ha un costo: con la dichiarazione di successione, le imposte catastali, ipotecarie e di successione.

Ma ciò che fa discutere sono soprattutto le cifre. L’IRPEF, in particolare, è un salasso silenzioso, che molti lavoratori dipendenti nemmeno percepiscono direttamente, perché la vedono già trattenuta in busta paga. Al contrario, i lavoratori autonomi, che versano l’IRPEF tramite F24, sentono sulla loro pelle tutto il peso fiscale.

Il salasso dell’IRPEF: ecco perché è considerata esagerata

Gli attuali scaglioni IRPEF sono i seguenti:

  • 23% per redditi fino a 28.000 euro;

  • 35% per redditi tra 28.001 e 50.000 euro;

  • 43% per redditi superiori a 50.000 euro.

Numeri che mostrano quanto lo Stato italiano pretenda da chi produce reddito. La dichiarazione dei redditi si riferisce sempre all’anno precedente, e anche se esistono detrazioni (fisse e variabili), non tutti i contribuenti possono beneficiarne.

Detrazioni per lavoro dipendente, pensione, familiari a carico, spese sanitarie, interessi su mutui: utili sì, ma insufficienti a contenere l’enormità della pressione fiscale.

Le dichiarazioni dei redditi e un carico fiscale che pesa come un macigno

Prendiamo un esempio concreto: un contribuente con 50.000 euro di reddito imponibile nel 2024.

Fino a 28.000 euro paga il 23%, sui restanti 22.000 euro paga il 35%. Totale IRPEF: 14.140 euro.

E non parliamo certo di un ricco. Con un reddito di 60.000 euro, i 10.000 euro aggiuntivi sono tassati al 43%, per ulteriori 4.300 euro di IRPEF. Totale: 18.440 euro.

A questo si aggiungono:

  • l’addizionale regionale, variabile da 1,23% a 3,33%;
  • l’addizionale comunale, mediamente tra 0,8% e 0,9%.

Su un reddito di 50.000 euro, ciò significa:

  • altri 1.500 euro di imposta regionale;
  • e circa 400–500 euro di imposta comunale.

Dal Canone Rai al Bollo Auto: tasse e solo tasse

Le imposte non finiscono con il reddito. Ogni cittadino deve versare:

Ad esempio, un’auto diesel Euro 3 paga:

  • 2,7 euro/kW fino a 100 kW;
  • 4,05 euro/kW oltre i 100 kW.

Una vettura da 150 cavalli (circa 110–120 kW) può costare intorno ai 350 euro di bollo.

Un’altra voce da aggiungere al conto fiscale annuale.

Anche la casa pesa sui contribuenti: l’IMU e i suoi numeri

L’IMU è un’altra imposta da non sottovalutare. Non si paga sulla prima casa, tranne nei casi in cui questa rientri nelle categorie catastali di lusso (A1, A8, A9).

I Comuni hanno margini decisionali, ma l’aliquota massima è del 10,6%. A partire dalla rendita catastale, maggiorata del 5%, si può calcolare l’importo.

Ad esempio:

casa con rendita catastale di 500 euro → IMU = circa 890 euro se si applica l’aliquota massima del 10,6%. Inoltre, l’esenzione IMU richiede residenza nell’immobile, non basta possedere un solo immobile.

Anche chi ha una sola casa ma non vi risiede (es. vive in affitto altrove), deve pagare l’IMU.

E non è finita qui: IVA, tassa rifiuti, accise, imposte di bollo…

Il quadro si completa con:

  • l’IVA su prodotti e servizi;
  • la tassa sui rifiuti (TARI), calcolata in base ai mq dell’immobile e numero di occupanti;
  • le accise sui carburanti;
  • le imposte di bollo;
  • le imposte di registro;
  • e altre micro-tasse invisibili ma costanti.

In Italia, tutto è tassato, e i numeri parlano chiaro: per molti, vivere onestamente significa cedere allo Stato oltre metà del proprio reddito.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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