L’imposta di registro e di bollo si applicano ai contratti di locazione a meno che il proprietario non aderisca al regime della cedolare secca. Guida al pagamento delle tasse sulla registrazione degli affitti.

Imposta di registro: definizione e guida al pagamento

L’imposta di registro si paga, come suggerisce il nome, per l’annotazione degli atti scritti (contratti, scritture private, costituzione di enti o di società, sentenze, decreti, ecc.) presso un registro pubblico tenuto dall’ apposito Ufficio dell’Agenzia delle Entrate, in modo da impedirne future modifiche alla data e al contenuto.

In altre parole rappresenta l’alternativa all’IVA per i trasferimenti di ricchezza: uno stesso atto non può essere soggetto ad entrambe le imposte indirette.   L’imposta di registro viene calcolata in modo proporzionale al valore dell’atto e quindi, in questo caso, al canone di locazione. Più precisamente corrisponde al 2% dell’importo con un minimo di € 67 al momento della registrazione. Per il versamento si usa il modello F23, reperibile presso gli sportelli bancari e postali o sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Dal 2011 si può usare anche il modello F24. Se il contratto di locazione è ancora in essere e le parti registrano solo l’atto per la riduzione del canone, imposte di registro e di bollo non si applicano Per i contratti di locazione a canone concordato, aventi ad oggetto immobili ubicati in uno dei Comuni “ad elevata tensione abitativa”, è previsto uno sconto del 30% della base imponibile su cui calcolare l’imposta di registro. Locatore e conduttore sono tenuti solidalmente al pagamento dell’intera somma dovuta per la registrazione del contratto entro trenta giorni dalla data di stipula. Sul deposito cauzionale versato dall’inquilino l’imposta di registro non è dovuta a meno che questo non sia pagato da un terzo estraneo al rapporto di locazione (in questo caso l’imposta viene addebitata nella misura dello 0,50%).
Per quanto riguarda i contratti pluriennali si può scegliere se pagare subito, al momento della registrazione, l’imposta (scontata alla metà del tasso di interesse legale) a copertura dell’intera durata del contratto (2% del corrispettivo complessivo) oppure versare annualmente il 2% del canone relativo a ciascuna annualità con eventuali aumenti Istat ed entro 30 giorni dalla scadenza della precedente annualità. Nel primo caso si ha diritto ad uno sconto. A risoluzione e cessione si applica l’imposta fissa di 67 euro. Per l’imposta di registro su i contratti di locazione di fabbricati i codici tributo e le causali sono: 115T e RP per la prima annualità e 112T e RC per le successive.

Imposta di bollo sui contratti di locazione

Diversa, concettualmente e per modalità di pagamento, è l’imposta di bollo sui contratti di locazione ad esclusione di quelli a regime di cedolare secca, pari a 16 euro ogni 4 facciate scritte del contratto e, comunque, ogni 100 righe.