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Oggi: 25 Ago, 2025

Windows 11 lascerà indietro i PC pre-2018: strategia tecnica o obsolescenza programmata?

Milioni di PC rischiano di diventare obsoleti da ottobre tra accuse di obsolescenza programmata e ipocrisia green per Windows 11
1 mese fa
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windows 11

A partire da ottobre 2025, milioni di computer acquistati fino al 2018 rischiano di diventare obsoleti a causa delle politiche di aggiornamento di Microsoft. Con la fine del supporto per Windows 10, gli utenti saranno spinti verso Windows 11, ma i requisiti imposti dal nuovo sistema operativo tagliano fuori moltissimi PC perfettamente funzionanti. Dietro questa scelta si nasconde forse una strategia commerciale che alimenta la cosiddetta obsolescenza programmata?

I requisiti di Windows 11 e la stretta su PC “vecchi”

Windows 11 introduce una serie di limitazioni hardware che escludono automaticamente i computer più datati. Tra queste figurano il supporto al chip TPM 2.0, processori di ultima generazione (dal 2018 in poi) e funzionalità avanzate come Secure Boot e SSE4.2.

Microsoft giustifica queste richieste come necessarie per garantire maggiore sicurezza e prestazioni, ma molti osservatori notano che si tratta di barriere artificiali. Infatti, è possibile installare Windows 11 su computer non ufficialmente compatibili con piccoli accorgimenti tecnici, segno che l’esclusione non è dettata da una reale impossibilità ma da una precisa scelta di marketing.

La situazione alimenta accuse di obsolescenza programmata: una strategia che induce i consumatori a sostituire prodotti ancora funzionanti per rimanere al passo con aggiornamenti software. Questo fenomeno non riguarda solo l’esperienza d’uso, ma ha anche conseguenze ambientali pesanti.

Obsolescenza programmata e ipocrisia green

Microsoft, come altre grandi aziende tecnologiche, ama presentarsi come campione di sostenibilità e promotore di iniziative “green”. Ciò detto, la scelta di tagliare fuori milioni di PC ancora efficienti spinge verso una rottamazione di massa che aumenterà il volume dei rifiuti elettronici, già oggi un problema critico a livello globale. Il paradosso è evidente: da un lato si promuovono campagne ecologiche, dall’altro si adottano politiche che incoraggiano l’acquisto di nuovi dispositivi, in totale contraddizione con i principi di economia circolare.

Chi possiede un computer pre-2018 ha davanti tre opzioni:

  • Restare su Windows 10, sapendo che dal 14 ottobre 2025 non riceverà più aggiornamenti di sicurezza, con tutti i rischi del caso.
  • Installare Windows 11 forzando i requisiti, ma senza garanzie di stabilità e aggiornamenti completi.
  • Scegliere sistemi alternativi, come le distribuzioni Linux, che possono offrire una seconda vita ai PC esclusi.

Naturalmente, l’opzione promossa da Microsoft è l’acquisto di un nuovo PC, certificato per Windows 11 e spesso dotato di funzionalità AI avanzate.

Windows 11, una strategia che spinge al consumo

La mossa di Microsoft coincide con l’ascesa dei cosiddetti “Copilot+ PC”, dispositivi di nuova generazione progettati per integrare funzionalità basate sull’intelligenza artificiale. Questi computer rappresentano un nuovo segmento di mercato che l’azienda vuole spingere, anche a costo di tagliare fuori milioni di utenti.

Questa dinamica solleva una questione etica: fino a che punto è accettabile sacrificare la longevità dei dispositivi in nome del progresso tecnologico? E quanto è credibile la narrativa green delle big tech, se al contempo spingono verso un consumo sempre più rapido e sfrenato?

La transizione a Windows 11 si presenta come una svolta tecnologica, ma lascia dietro di sé una scia di dubbi e critiche.

Se da un lato Microsoft invoca la sicurezza come giustificazione, dall’altro è difficile non vedere in questa mossa una forma di obsolescenza programmata che ignora le ripercussioni ambientali. Per gli utenti con PC pre-2018, il bivio è chiaro: adeguarsi ai diktat del mercato o esplorare soluzioni alternative per continuare a utilizzare hardware ancora valido.

In sintesi.

  • Windows 11 esclude i PC pre-2018 e spinge verso nuovi acquisti.
  • La scelta alimenta accuse di obsolescenza programmata e ipocrisia green.
  • Gli utenti possono restare su Windows 10, forzare l’upgrade o passare a Linux.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017, scrive per il web dal 2010.
Da autore letterario ha scritto il graphic novel Notteterna e la raccolta di racconti L'Orrore Dentro edita dalla Diana Edizioni.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia potrà mai replicare.

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