Una novità tanto anelata, un desiderio espresso, un obiettivo agognato. Vabbè, non esageriamo, ma in effetti quante volte su WhatsApp ci è capitato di inviare un messaggio e accorgersi solo dopo l’invio di aver fatto un errore, magari un brutto refuso, o proprio un’informazione sbagliata? Ora c’è il trucco per rimediare e modificare il testo.

WhatsApp, trucco per modificare il messaggio

Come fare quando inviamo un messaggio sbagliato su WhatsApp? Semplice, dobbiamo per forza cancellarlo, ma spesso il risultato di questa azione diventa deleterio.

Tante volte infatti cancellare un messaggio significa scatenare una nuova discussione con il nostro interlocutore, il quale puntualmente ci chiede “cosa hai cancellato”, ” perché ha rimosso il messaggio”. Insomma, si finisce spesso addirittura per litigare, soprattutto se il destinatario della nostra missiva è il nostro geloso partner.

Da sempre Telegram ha risolto il problema permettendo ai suoi utenti di modificare il messaggio già inviato. La stessa cosa accade su Facebook, dove possiamo modificare un commento (così come un post) tutte le volte che vogliamo dopo che abbiamo già pubblicato il suo contenuto. La stessa cosa però non accade su Messenger, anche in quel caso una volta inviato non ci rimane che cancellarlo, se non ci piace ciò che noi stessi abbiamo scritto. Ciò ci fa capire la portata delle difficoltà presenti anche su WhatsApp, piattaforma facente parte sempre della medesima azienda Meta.

WhatsApp, i messaggi da modificare

Secondo indiscrezioni però questo disagio sta per finire. Voci di corridoio infatti ci dicono che gli sviluppatori sono da tempo al lavoro per trovare un modo per ovviare al problema. Secondo fonti vicine a WhatsApp si tratterebbe di una funzione molto simile a quella che permette la cancellazione del messaggio, quindi cliccheremo sul testo e sceglieremo probabilmente la voce modifica, invece di quella relativa all’eliminazione. Si tratterà dunque solo di aspettare che arrivi questo aggiornamento e porti con sé l’agognata funzione.

Nell’attesa, che dire, c’è sempre Telegram.