Continuano le polemiche con il ritorno della Serie A, nuovi casi da moviola con il VAR ancora una volta protagonista. Tra favorevoli e contrari, la nazione continua ad essere divisa, ma occorre fare chiarezza su di un punto cruciale, il VAR non è un vero e proprio apparecchio tecnologico, la tecnologia è altra cosa.

Serie A, ancora polemiche sul VAR

Il VAR (o la VAR che dir si voglia), sta diventando sempre più il protagonista indiscusso di questo campionato di Serie A.

Anche ieri durante la nuova giornata del campionato è intervenuto in molti episodi, il più dubbio forse rimane il gol di Mertens durante il match Atalanta-Napoli, dal replay sembra davvero difficile stabilire se il piedino del belga sia leggermente avanti a quello della linea tratteggiata, rappresenta quindi un caso limite nel quale, forse, vige il vecchio regolamento sui fuorigioco, ovvero nel dubbio bisogna lasciar proseguire l’azione e dare quindi il gol per buono.

Ad ogni modo, questo palesa la perfetta sintesi di cosa sia precisamente il VAR, uno strumento atto ad una seconda visione. Un altro componente dello staff arbitrale vede il replay dell’azione incriminata, la segnala eventualmente all’arbitro, e quest’ultimo decide se rettificare o confermare la decisione su di una determinata azione. Dove starebbe la tecnologia in tutto questo? In sintesi, ci sono degli uomini che vedono un frammento di una partita in un monitor, proprio come appunto la vediamo noi in tv con moviola rallentata e linee (più o meno prospettiche) tratteggiate dalla regia televisiva.

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Cos’è realmente tecnologico?

Possiamo dire quindi che in questo caso si fa un uso improprio del termine tecnologia, poiché in senso generico è tecnologico anche l’arbitro stesso, in quanto indossa un auricolare con il quale comunica con tutti i suoi assistenti di gioco.

Altra cosa sarebbe invece la camera tech adottata da Sky che permette di scansionare l’immagine e vederne le diverse prospettive duranza l’azione incriminata. Ad ogni modo, nel caso del VAR, rimane preponderante la scelta dell’uomo, il quale è sempre totalmente padrone di interpretare le immagini riviste nel monitor a proprio piacimento. Per tecnologia, quindi, intendiamo, in senso stretto, solo uno strumento che sostituisca totalmente l’intervento ed il giudizio umano, e che sia quindi inappellabile.

Tale tecnologia basta a sé, ossia non necessita del giudizio di un supervisore (arbitro o VAR) per stabilire la regolarità o meno del gioco. Un perfetto esempio di quanto diciamo è quello dei sensori in caso di gol-non gol. Ad oggi, l’unico sistema puramente tecnologico anche per il fuorigioco sembrerebbe quello dei sensori, ma creare una tecnologia tale che consenta di stabilire quando un giocatore sia o meno al di là della linea della difesa avversaria al momento del passaggio, sembra molto difficile, o comunque estremamente dispendioso in termini economici per la nostra Serie A.

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