Forse per molti di voi sarà la scoperta dell’acqua calda, ma uno studio pubblicato sulla rivista Royal Society Open Science, che ha affermato come risulti quasi fisiologicamente impossibile avere più di 150 amici su Facebook. E’ quello il numero limite – noto anche come numero di Dunbar – che il cervello può riuscire a gestire senza problemi, ma è anche il numero che corrisponde più alla veridicità del legame di amicizia che ci unisce a quelle 150 persone. Che poi il numero degli amici veri si restringa sempre di più, anche questa non è una novità, visto che secondo lo studio, di amici veri se ne possono contare sulle dita di una mano.

Lo studio divulgato ha monitorato tra i mesi di aprile e di maggio del 2015 un campione di ben 3.375 soggetti compresi nella fascia di età 18-65 anni, scoprendo come il numero medio di amici su Facebook avuti da questi ultimi corrispondesse a 150. Il campione ha poi affermato che di amici veri, di quella schiera quasi infinita di amici facebookiani, ce ne sono solo il 27%, e solo il 4,1% sarebbe disponibile a correre in soccorso in caso di una crisi emotiva del soggetto.   Nulla di nuovo sul fronte sociale, tant’è che lo studio ha invitato il social network a creare una schiera di conoscenti, per differenziarla più nitidamente dagli amici, un po’ come avviene su Google Plus. Il fatto è che Facebook mette già a disposizione degli utenti questa opzione: basta andare sul vostro profilo, recarvi sulla pagina dei vostri amici, cliccare sopra l’icona Amici e scoprire che tra le varie opzioni ci sono Amici più stretti, Conoscenti e Altre liste. Insomma, un modo per fare le dovute differenze c’è già, ma forse è ancora utilizzato poco dai suoi utenti.   Tornando al recente studio, il ricercatore Robin Dumbar, professore di psicologia evoluzionaria a Oxford, ha condotto tali ricerche nel tentativo di scoprire se social network come Facebook riuscissero a concretizzare l’obiettivo di ampliare le proprie relazioni sociali anche al di fuori della sfera virtuale.
Il risultato è stato ovviamente evidente e forse non scopre nulla di nuovo: chi ha 155 amici sul social non si preoccupi di chi ne ha 5 mila, non lo invidi, perché la maggioranza degli amici del secondo soggetto è in realtà un dato insignificante.   Lo stesso Robin Dunbar afferma che i social network come Facebook possono essere molto utili per mantenere un legame con una persona che non si può contattare e o vedere faccia a faccia, ma è fisiologico che le relazioni sociali, in mancanza di un contatto, tendano a deteriorarsi e social network come Facebook rispondono abbastanza egregiamente al compito di rallentare questo deterioramento. Alla fine però Facebook non può essere uno strumento utile a rafforzare o a prolungare un’amicizia per sempre se manca quel benedetto contatto: l’interesse verso un’amicizia, dunque, secondo il ricercatore non può essere “coltivato” semplicemente con like e condivisioni.   Per Dunbar il numero limite di amici che si può applicare a una sfera virtuale come il social network di Zuckerberg è di 150 persone, un numero che può anche aumentare, ma di poco, e sempre in base al tipo di legame che ci unisce a queste persone. Dunbar effettua il suo ragionamento a suon di numeri: gli amici intimi possono essere un massimo di 5, mentre i migliori amici possono arrivare a 15, i buoni amici a 50, gli amici a 150, i conoscenti a 500 e le persone che possiamo riconoscere a vista a 1.500. Oltre quel numero il cervello fatica ad andare e a memorizzare, tant’è che chi ha più di 1.000 amici, qualora navigasse sul suo profilo, non riconoscerebbe né ricorderebbe tutte le persone con cui ha stretto quel particolare legame su Facebook – fatelo questo esperimento, se avete più di 500 amici.
  Insomma, l’invito è quello di ripulire il vostro profilo Facebook, di modificare le impostazioni legate agli status dei vostri amici, di classificare questi ultimi secondo un ordine di priorità e importanza: è il miglior modo per uscire incolumi da Facebook e non impazzire appena si apre la propria bacheca. Ne trarrete giovamento voi e anche il vostro cervello.