Potrebbe essere la trovata vincente quella di ordinare cibo in gruppo, vedere cosa mangiano i propri amici e ordinare anche per loro, stiamo parlando di Snackpass, la startup che ha avuto l’idea di abbinare il food delivery al mondo social.

Startup Snackpass, il segreto del successo

Mentre le altre startup del settore combatte con i competitor lanciando promozioni aggressive e codici sconto, Snackpass si gode il suo successo, frutto di una scelta vincente che la vede premiata con un nuovo round di finimento appena chiuso.

La startup ha infatti raccolto 70 milioni di dollari, una serie B di grandi dimensioni che utilizzerà per continuare ad espandersi in più mercati oltre agli Stati Uniti. Il food meets friends di Snackpass quindi sembra andare davvero a gonfie vele, e ancora una volta questa vena social risulta essere vincente per ogni settore che tocca l’aspetto web della sua sfera.

Concepito quattro anni fa mentre Kevin Tan, l’amministratore delegato che ha co-fondato l’azienda con Jamie Marshall, era ancora uno studente a Yale che studiava fisica, Snackpass è cresciuto senza dimenticare le proprie radici e il proprio concetto di partenza, rendere il food delivery qualcosa di sociale, e non un sistema solitario che esclude la socializzazione. La startup ha ora 500.000 utenti in 13 città universitarie e ha visto la sua crescita esplodere di 7 volte solo negli ultimi tre mesi. E naturalmente col successo cresce anche la valutazione, ora di ben 400 milioni di dollari.

Startup di delivery food ora vale 400 milioni di dollari

Il nuovo round chiuso è stato guidato da Craft Ventures, e include anche Andreessen Horowitz (che ha guidato la sua Serie A da 21 milioni di dollari ), General Catalyst, Y Combinator e una lunga lista di singoli sostenitori. Snackpass quindi sta diventando una piattaforma alimentare di riferimento per tutti i millennials statunitensi, e chissà che con l’espansione non vedere tra qualche tempo l’app della startup anche sui nostri smartphone in Europa.

Il co-fondatore Kevin Tan ha affermato che il servizio ha una percentuale dell’80% tra gli studenti nei mercati in cui è stato lanciato. Il cliente medio ordina quattro volte e mezzo al mese, con alcuni clienti che ordinano ogni giorno, si tratta di numeri addirittura fino a 5 volte superiori a colossi come UberEats.

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