Grande tensione per la protesta No Green Pass in programma proprio oggi 1 settembre in tutta Italia. Prese di mira ben 54 stazioni ferroviarie. E mentre il Viminale minaccia tolleranza zero verso i trasgressori protagonisti di una protesta illegale, c’è chi si interroga su come sia stato possibile organizzare una tale protesta. Naturalmente, il dito è puntato contro il web.
No Green Pass, i canali social
Alle 14:30 circa in tutta Italia 54 stazioni verranno prese d’assalto per una protesta contro il passaporto verde, quello offerto per chi si vaccina, ha fatto il tampone o è guarito dal Covid.
Annunciato un blocco delle linee alle 15, il fulcro della protesta, ma naturalmente le stazioni ferroviarie sono da stamane blindate e non permetteranno ai protestanti di creare disagi ai viaggiatori, o almeno questo è quel che sperano dal Viminale. Ma intanto, la domanda che più di tutte sta rimbalzando ora è: come si sono organizzate migliaia di persone in tutta Italia per arrivare a questa protesta? Magia del web, il dito viene facilmente e giustamente puntato sui social con Telegram su tutti.
Protesta Green Pass grazie ai social
I canali Telegram nascondono meandri spesso inaccessibili, molti ricorderanno anche la vendita di Green pass falsi proprio sull’app. Anche in questo caso sono proliferati gruppi che invitavano a partecipare alla protesta. Stessa cosa si può dire degli altri social, con Facebook in testa. Sono davvero tanti i gruppi intitolati No Green Pass, anche se a una prima occhiata difficilmente superano i 1000 iscritti, a parte uno che ne conta quasi 10000.
Chiara l’indicazione anche in questo senso da parte delle forze dell’ordine, anche la Polizia delle Telecomunicazioni sta indagando al fine di individuare i responsabili di quello che sembra essere un vero e proprio complotto. Si parla infatti di una regia che ha coordinato la protesta, fomentandola con fake news e organizzandola con date e luoghi da presidiare per la manifestazione.
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