Grande tensione per la protesta No Green Pass in programma proprio oggi 1 settembre in tutta Italia. Prese di mira ben 54 stazioni ferroviarie. E mentre il Viminale minaccia tolleranza zero verso i trasgressori protagonisti di una protesta illegale, c’è chi si interroga su come sia stato possibile organizzare una tale protesta. Naturalmente, il dito è puntato contro il web.

No Green Pass, i canali social

Alle 14:30 circa in tutta Italia 54 stazioni verranno prese d’assalto per una protesta contro il passaporto verde, quello offerto per chi si vaccina, ha fatto il tampone o è guarito dal Covid.

Tra le 54 stazioni oggetto della protesta ci sono Agropoli, Bari, Barletta, Benevento, Bergamo, Bisceglie, Bologna, Bolzano, Brescia, Caserta, Cattolica, Desenzano, Cesena, Conegliano, Ferrara, Firenze, Foggia, Forlì, Genova, Lamezia terme, Latisana, Maratea, Mestre, Milano, Molfetta, Monfalcone, Napoli, Paola, Padova, Pesaro, Peschiera, Pordenone, Portogruaro, Reggio Calabria, Riccione, Reggio Emilia, Rimini, Roma, Rosarno, Rovereto.

Annunciato un blocco delle linee alle 15, il fulcro della protesta, ma naturalmente le stazioni ferroviarie sono da stamane blindate e non permetteranno ai protestanti di creare disagi ai viaggiatori, o almeno questo è quel che sperano dal Viminale. Ma intanto, la domanda che più di tutte sta rimbalzando ora è: come si sono organizzate migliaia di persone in tutta Italia per arrivare a questa protesta? Magia del web, il dito viene facilmente e giustamente puntato sui social con Telegram su tutti.

Protesta Green Pass grazie ai social

I canali Telegram nascondono meandri spesso inaccessibili, molti ricorderanno anche la vendita di Green pass falsi proprio sull’app. Anche in questo caso sono proliferati gruppi che invitavano a partecipare alla protesta. Stessa cosa si può dire degli altri social, con Facebook in testa. Sono davvero tanti i gruppi intitolati No Green Pass, anche se a una prima occhiata difficilmente superano i 1000 iscritti, a parte uno che ne conta quasi 10000.

Chiara l’indicazione anche in questo senso da parte delle forze dell’ordine, anche la Polizia delle Telecomunicazioni sta indagando al fine di individuare i responsabili di quello che sembra essere un vero e proprio complotto. Si parla infatti di una regia che ha coordinato la protesta, fomentandola con fake news e organizzandola con date e luoghi da presidiare per la manifestazione.

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