E se gli Nft venissero usati per scoraggiare l’invio di foto piccanti e tutelare quindi le donne vittime di cyber flashing? Il progetto nasce nel Regno Unito, ma secondo alcuni ha risvolti legali che possono diventare rischiosi.

Nft contro il cyber flashing

Due paroline che forse non tutti i lettori conoscono, Nft, ovvero i token non fungibili, ossia speciali token crittografici non intercambiabili (come invece ad esempio può accadere con le crypto) e che rappresentano quindi qualcosa di unico.

L’altra parolina magica è il cyber flashing, ossia l’invio alle donne di foto di parti intime, pratica ovviamente indesiderata per il ricevente. Detto questo, costa c’entrano i due concetti insieme?

Si è parlato molto di recente degli Nft, soprattutto per il loro utilizzo in campo artistico, proprio perché concettualmente si sposano molto bene con qualcosa che è per sua natura ontologicamente immateriale, come appunto dovrebbe essere l’Arte. La crative strategist di Bodacious, Zoe Scaman, ha creato Nft the Dp (dove Dp sta per “dick pictures”). Si tratta di una pagina web in grado di trasformare in gettone (appunto Nft) l’immagine ricevuta, e chiedere quindi un riscatto al molestatore per averla indietro.

Nft, stop alle molestie

Sulla pagina ci sono tutte le istruzioni per seguire il percorso ed ottenere la trasformazione destreggiandosi tra i vari blockchain del software. Inoltre, c’è anche una piccola frase finale dedicata a chi invece la foto l’ha inviata: “Paga l’Nft, se puoi permettertelo, altrimenti… peccato!”.

Attenzione però perché c’è chi sottolinea che utilizzare questo sistema, un vero e proprio ricatto con richiesta di somma di danaro, in pratica quel che fanno i peggiori paparazzi, è passibile di denuncia, e anche salata. C’è però da dire che, quanto meno, questo stratagemma potrebbe scoraggiare i molestatori a infastidire le donne sui social con le loro foto indesiderate.

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