Nel 2015 due progetti sostanzialmente paralleli sono partiti alla ricerca della LPWA, acronimo che sta per Low Power Wide Area, un concetto che vuole esprimere il desiderio di riempire il gap che separa le tecnologie di comunicazione cellulare a lungo raggio e quelle wireless a breve e brevissima distanza. I due progetti paralleli si chiamano Cellular IoT finanziata da Huawei, e Narrowband IoT di Nokia, Intel e Ericson. Quest’ultimo progetto sta finalmente vedendo i primi frutti del suo lavoro.

Il segreto di Narrowband: poco consumo, massima resa

Pensato per consentire uno sviluppo massivo dell’internet of things, permetterà a miliardi di sensori di entrare in rete e scambiarsi informazioni tra loro senza incidere sui consumi energetici ed intasare il sistema.

Perfetto dunque per l’industria 4.0, tale tecnologia infatti potrebbe trovare subito utilizzo nel settore della misurazione del livello delle acque o del consumo di energia all’interno degli impianti industriali. La sua capacità di coprire grandi superfici a consumo estremamente ridotto, fanno di Narrowband IoT la tecnologia del futuro per il settore industriale e non solo.

Il nome è tutto in programma, narrow band (banda ridotta), consentirebbe l’invio di pacchetti dati da 200 kilobit, più che sufficienti per le esigenze di sensori di controllo sparsi, ad esempio, all’interno di un impianto produttivo o in un silos o magazzino. A diminuire ulteriormente i consumi sarà la tecnologia dei sensori che permetterà loro di spegnersi automaticamente quando non sarà richiesto il loro utilizzo per la misurazione o l’invio di dati. A far pendere definitivamente l’ago della bilancia verso la tecnologia Narrowband è il prezzo dei suddetti sensori, ognuno costerà soltanto 5 euro. Un costo decisamente esiguo che permetterà agli imprenditori di distribuirli ovunque siano necessari senza badare a spese.

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