Prendiamola come una semplice provocazione, perché tante sciocchezze sull’evoluzione non si sono mai lette tutte in una volta. Un’azienda americana, la TollFreeForwarding, ha mostrato Mindy, la donna deforme. Si tratta di un modello in 3D che vorrebbe mostrare saremo noi tra diversi anni.

Una sciocchezza che naturalmente sta facendo il giro de web. In questo modellino viene mostrata una ragazza con la gobba, il cranio ristretto a palesare un cervello piccolo e una mano ad artiglio. Qual è il bersaglio di questo attacco? Siamo noi che passiamo le nostre giornate con lo smartphone in mano.

Mindy, la donna deforme dovrebbe essere un nuovo horror

Queste teorie strampalate farebbero più effetto se coniate da artisti horror. Come sceneggiatura di un film del brivido non sarebbe nemmeno tanto male, visto che da sempre il cinema dell’orrore si serve di trovate surreali che, se messe in scena in un certo modo, possono risultare anche geniali. Difficile invece dare credito a chi vuole farci la morale spacciandosi per esperimento scientifico. Quale sarebbe il criterio logico per sentenziare che nel futuro diventeremo come Mindy?

Secondo questa azienda l’uso smodato e continuo dello smartphone ci porterà a una postura completamente diversa da quella attuale, inclinando a nostra schiena fino a formare una gobba. Fermiamoci per un attimo e cerchiamo di capire per quale motivo l’evoluzione dovrebbe assecondare questa cattiva abitudine. Innanzitutto, chi di noi guarda lo smartphone piegato? Già questo assioma ci pare del tutto tendenzioso, in quando non c’è alcun bisogno di utilizzare lo smartphone incurvando la schiena. Questo tipo di postura è un vezzo di chi sta molto tempo al computer, semmai, ma il PC viene utilizzato ormai esclusivamente per lavoro, e questo proprio grazie agli smartphone.

Cosa c’è di vero in questa sciocchezza?

Insomma, la gobba è inspiegabile, stessa cosa dicasi anche per la mano ad artiglio.

Mindy, la donna deforme, presenta una mano quasi atrofizzata, come se fosse stata paralizzata in eterno con lo smartphone in mano e, per questo motivo, ha sviluppato un arto bloccato che riproduce la postura di chi sorregge il device. C’è davvero bisogno di commentare questa sciocchezza? Innanzitutto, l’evoluzione necessita di centinaia di migliaia di anni per apportare reali cambiamenti in una specie, e non è detto che tra 300 mila anni gli uomini ci siano ancora. Ma sorvoliamo su questo punto e passiamo oltre.

L’evoluzione è un processo atto a rendere la specie più adatta al mondo circostante. Ciò significa che l’uomo cambia in base a quelle che sono le reali esigenze della natura, e non per le abitudini. Se alcuni uomini resteranno piegati 12 ore al giorno sui computer, non significa che l’intera specie erediterà questa morfologia, anzi al contrario è più probabile che si estinguerà, se utilizza effettivamente una postura inadatta alla sua salvaguardia. E qui ci allacciamo al discorso relativo al cranio piccolo, ossia un cervello obsoleto, forse l’unico elemento che ha un minimo di riscontro scientifico.

Possiamo infatti dire che già da anni esistono teorie che sostengono che l’utilizzo di smartphone potrebbe provocare danni al nostro cervello, poiché il cercare costantemente informazioni sul web può modificare i nostri processi razionali in quanto ci vieta di sforzare la mente e ricordare informazioni che magari già conosciamo. La natura, però, mette costantemente l’uomo alla prova. Le sfide che la nostra specie deve affrontare sono infinite e, benché effettivamente la stragrande maggioranza rischia di atrofizzare il cervello con l’eccessivo utilizzo dello smartphone (ma questo lo si diceva anche della tv), è altrettanto vero che ci sono tantissimi individui che “lavorano con la testa”, adottano il pensiero critico e mantengono la mente allenata.

Ci sembra improbabile che siano questi ultimi a soccombere tra centinaia di migliaia di anni. Ad ogni modo, madre natura ha l’ultima parola e la sua sentenza è inconfutabile.