È stato ribattezzato come il software che trasforma i pensieri in parole, si chiama Mindwriting e si offre come supporto decisivo per le persone che hanno perso l’uso delle mani.

Mindwriting, scrivere solo pensando

Sviluppato dagli scienziati della Stanford University, Mindwriting, letteralmente scrittura mentale, potrebbe rivoluzionare la traduzione scritta dei pensieri offrendo a chi è impossibilitato a scrivere autonomamente la possibilità di trasporre in scrittura i propri pensieri. Il progetto dei ricercatori è un versione riveduta e corretta di quello del 2017 pubblicato su eLife.

In questo caso, il software è in grado grazie all’intelligenza artificiale di codificare i pensieri dell’utente, pensieri catturati da un dispositivo che interfaccia il cervello con il computer.

Non è fantascienza, ma realtà. La nuova pubblicazione della ricerca, riportata stavolta sullo storico Nature, dimostra che l’interfaccia cervello-computer, detta BCI, può essere decodificata dall’intelligenza artificiale che è poi in grado di trascrivere i pensieri della persona sottoposta all’esperimento. In questo caso il dispositivo è stato impiantato in un soggetto con paralisi totale del corpo. Ebbene, il software è stato in grado di scrivere i suoi pensieri e in modo due volte più veloce rispetto al precedente esperimento del 2017.

Mindwriting, la fantascienza diventa realtà

Il dispositivo, denominato T5, è in grado comporre scrittura libera, cioè quella caratterizzata da intervalli regolari, a una velocità di 15 parole al minuto. Ecco le parole di Jaimie Henderson, docente di Neurochirurgia presso la Stanford University: “Il nostro approccio ha permesso a una persona paralizzata di ricopiare un testo a una velocità di circa 18 parole al minuto, una rapidità quasi paragonabile a quella caratteristica di individui normodotati della stessa età, che è di circa 23 parole al minuto”.

Il tasso di errore nella copiatura delle frasi per T5 era di circa uno ogni 18,5 caratteri, mentre nella composizione libera era di uno ogni 11,5 caratteri. Un progetto dunque che potrebbe essere decisivo per tutti colori che hanno perso l’uso degli arti motori superiori.

Ancora una volta la scienza si avvicina a quel che fino a pochi anni fa era solo fantastico e che adesso diventa sempre più reale.

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