Nell’era dei social network il marketing che vince è quello immediato, istantaneo. E’ sufficiente digitare 140 caratteri e postare un’immagine ad hoc per assicurarsi una viralità senza precedenti e, soprattutto, globale. E’ il caso della partita tra Italia e Uruguay, nota non solo per la meritata sconfitta degli Azzurri, ma anche per il morso di Luis Suarez a Giorgio Chiellini. Sui principali social network, Twitter in primis, sono subito apparsi spiritosi fotomontaggi sul gesto rabbioso dell’uruguaiano, ma i più vincenti sono stati quelli relative ad attività promozionali e di marketing, ovvero quelli postati dai brand: McDonald’s, Snickers e Bud su tutti.

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L’effetto Suarez sul social marketing

L’idea vincente di marketing è senza dubbio quella più veloce, pronta a osare, in una parola coraggiosa. E, possibilmente, ironica. Più una campagna marketing è divertente, più sarà facile soffermarsi su di essa. Più quella strappa un sorriso, più la si ricorderà. Più è pungente, più sarà virale e passerà di bocca in bocca, o meglio, di social in social. Il morso di Suarez alla spalla di Chiellini ha dato adito a numerosi messaggi di brand più o meno famosi che hanno approfittato dell’increscioso gesto antisportivo allo scopo di focalizzare l’attenzione sul proprio prodotto. Fare marketing (immediato) sfruttando un episodio rilevante di un’importante evento nazionale può fare infatti la differenza. La prima è stata Barilla, con un tweet che ha fatto e continua a far discutere (forse solo perché cinguettato da un’azienda italiana): tweetbarilla McDonald’s, poi, ci è arrivato prima degli altri, ancora più tagliente: a soli 30 minuti dal fischio finale ha postato un messaggio che in poco tempo ha fatto il giro del mondo: “Hola @luis16suarez, si te quedaste con hambre venì a darle un mordisco a una Big Mac ;)”, ovvero: “Ciao Luis Suarez, se hai ancora fame vieni a dare un morso a un Big Mac”.

Geniale, a dir poco. E a dimostrarlo l’effetto virale che è subito seguito: basta dare un’occhiata ai retweet ricevuti per farsi un’idea. tweetmac L’immediatezza di McDonald’s ha vinto su tutto: non è un caso che 20 minuti dopo anche il profilo Twitter di Whataburger abbia postato un contenuto molto simile: “Se solo Suarez avesse un Whataburger prima della partita, non avrebbe così fame”. tweetwhataburger1   La tempestività con cui McDonald’s ha postato il suo tweet è stata premiata: il messaggio del concorrente Whataburger ha il difetto di essere venuto dopo e di non aver avuto l’idea per prima. Il tempo è tutto in questo tipo di cose. Passano ancora i minuti e tra tutti i commenti degli utenti continuano a emergere quelli dei brand, come TridentGumtweettrident … e Listerine, nota marca di collutorio, che posta un contenuto altrettanto geniale: tweetlisterine Poco dopo arriva anche il tweet di Bud (Light). La nota marca di birra prende l’occasione al volo per far parlare di sé con questo tweet: “Rilassatevi, non c’è bisogno dell’apribottiglie”. tweetbud In tarda serata è il turno di Snickers, ma il ritardo non influisce sulla quantità di retweet e preferiti. Qui è il brand che funziona, più del messaggio. L’immagine appositamente creata allo scopo è altamente funzionale anche grazie a un mix di colori, a un testo messo in bell’evidenza e a un’immagine che ricalca non solo la barretta ma richiama anche alla dentatura. Qui, in poche parole, ci troviamo davanti a un vero e proprio manifesto pubblicitario. tweetsnickers Anche stamattina alcuni brand hanno continuato a postare su Twitter i loro messaggi “pubblicitari”. E’ il caso della sezione irlandese di Aldi, concorrente di Lidl, che ha cinguettato: tweetaldi Insomma, chi arriva prima vince la partita del social marketing, un dato di fatto innegabile e incontrovertibile, ma la differenza la fa anche il brand (vedi Snickers) e il modo in cui si progetta una microcampagna: la tempestività, oggigiorno, aggiunta alla genialità (e alla paternità) dell’idea, resta però un fattore fondamentale.