Il mondo della realtà virtuale sta per avere un nuovo campo in cui inserirsi con grande decisione: quello dei ricordi. Gli ologrammi sostituiranno le fotografie, potremo un giorno vedere i nostri cari, magari quando non ci sono più, attraverso un video volumetrico animato, e non solo con un fotogramma immobile. Questo il nuovo orizzonte che  il progresso tecnologico mette a nostra disposizione, l’azienda 8i sta facendo passi da gigante in questo senso, tanto che tecnologia è sostanzialmente già disponibile.

Ologrammi e VR per conservare meglio i ricordi

La memoria, a volte, ci nasconde sensazioni e momenti passati che purtroppo non tornano più.

Quanti di noi vorrebbero ricordare com’era da bambini, oppure rivedere i propri cari che ormai non ci sono più? Una foto riaccende immediatamente il ricordo, facendoci riaffiorare antiche sensazioni associate a quei momenti vissuti. Ma se un semplice fotogramma può azionare tale meccanismo nel nostro intelletto, pensate cosa potrà fare invece un ologramma. Il potenziale è enorme, tanto che già diverse associazioni hanno chiesto il lavoro dell’azienda 8i.

Finora la realtà virtuale è stata sostanzialmente oggetto di videogiochi, certo il potenziale enorme è da sempre visto come qualcosa da poter utilizzare anche in altri campi, ma in effetti a livello pratico la VR non ha ancora trovato una sua collocazione tangibile. Sappiamo che quando la scienza non è utile, finisce per rimanere pura teoria, quasi una filosofia senza cattedra, mentre quando il suo corrispettivo pratico trova libero sfogo nell’utilitarismo dell’era moderna, allora tale teoria scientifica si trasforma finalmente in tecnologia. Ora VR e ologrammi vanno più che mai a braccetto e l’idea proposta da 8i, azienda statunitense che si occupa della creazione di ologrammi umani da collocare in ambienti di realtà virtuale, mista e aumentata, sembra davvero vincente.

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Addio fotografie, ora ci sono gli ologrammi

Ben lungi dall’essere ancora un prodotto popolare, gli ologrammi rappresentano senz’altro il futuro in questo campo.

Benché la tecnologia sia già disponibile, e 8i lo dimostra, ancora per un bel po’ rimarremo ancorati ai nostri selfie da smartphone per immortalare i nostro momenti felici. C’è però già chi chiede invece la collaborazione del nuovo mezzo per iniziare un percorso della memoria. E’ il caso della Shoah Foundation, fondata da Steven Spielberg nel 1994 a Los Angeles. Ebbene, la fondazione sta già registrando le storie dei sopravvissuti all’olocausto grazie alle tecniche di 8i.

Un impressionante archivio storico fatto di ologrammi, ma anche di IA, visto che è possibile poi imbastire una vera e propria conversazione con i video volumetrici dei sopravvissuti. Insomma, siamo di fronte ad una nuova avventura davvero entusiasmante, che senza alcun dubbio incuriosirà tutti i lettori, non solo gli appassionati di tecnologie future. Una nuova rivoluzione, proprio come quando venne inventata la macchina fotografica. Agli albori della creazione, quando i primi scatti vennero fatti, si usava dire che la foto rubava l’anima della persona ritratta nello scatto (superstizione che è sopravvissuta fino ai giorni nostri e che in alcune circostanze viene tirata fuori, ad esempio nel cinema horror). Cosa si dirà invece ora degli ologrammi?

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