L’intelligenza artificiale sta facendo passi da gigante al fine di dare all’uomo un mondo migliore, o almeno le intenzioni di base sono quelle. L’iniziativa proposta da Facebook però è sicuramente molto interessante e potrebbe dare all’IA un compito che probabilmente non ci si sarebbe mai immaginati. Il CEO Mark Zuckerberg ha introdotto un nuovo algoritmo nel social network al fine di prevenire i suicidi.

IA, nuovo algoritmo di Facebook

Sono anni che ormai Facebook fa una forte prevenzione nei confronti del suicidio, chi ha seguito la vicenda relativa al Blue Whale Challange avrà notato che sul social network, se provi a fare questo tipo di ricerca, arriva una schermata che ti chiede se hai bisogno di aiuto.

Insomma, la sicurezza non è mai abbastanza, e quindi è ragionevole pensare che prima o poi sarebbe arrivato l’apporto tecnologico anche per questo fenomeno. La compagnia sta sfruttando la tecnologia per identificare chi, in post o video in diretta, esprime l’intenzione di farla finita.

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I contenuti segnalati dall’intelligenza artificiale passano al vaglio di esaminatori in carne e ossa, così da intervenire in modo tempestivo con il primo soccorso in caso di necessità. Insomma, un vero e proprio team a caccia di aspiranti suicidi. Una scelta lodevole, visto che tante volte proprio i social network sono stati teatri di macabri spettacoli in diretta. In Usa è già in fase di test, nell’ultimo mese Facebook ha lavorato con le autorità competenti su un centinaio di casi, ma si attende ora il beneplacito della UE, per l’approvazione anche in Europa del nuovo algoritmo. Le leggi sulla privacy qui sono diverse e bisogna trovare il giusto compromesso per inserire tale IA anche da noi, senza però invadere il diritto di privacy.

Facebook e la lotta al suicidio

“Il suicidio è una delle prime cause di morte tra i giovani, e questo è un nuovo approccio alla prevenzione”, ha scritto Zuckerberg. “L’obiettivo è far avere velocemente, alle persone che esprimono pensieri sul suicidio, il sostegno di cui hanno bisogno”. E’ interessante notare che il nuovo algoritmo prende in esame non solo i post dei potenziali aspiranti suicidi, ma anche i commenti degli amici. Ad esempio frasi come: posso aiutarti, o “è successo qualcosa” mettono in allarme il cervellone robotico e prendono quindi in seria considerazione il post, poiché spesse volte è facile anche leggere su Facebook frasi decisamente macabre, ma magari ironiche, caratterizzate da humor nero e quindi tutt’altro che allarmanti.

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