Vi ricordate quando avevamo scritto che i teenager preferiscono WhatsApp a Facebook? Bene, Mark Zuckerberg ha tagliato la testa del toro e ha comprato WhatsApp, ovvero 450 milioni di utenti destinati a diventare 1 miliardo nel corso di breve tempo, per una cifra record di 19 miliardi di dollari, divisi tra contanti (4 miliardi), azioni vincolate (3 miliardi) e azioni normali (12 miliardi). Ma non è solo questo ciò che fa riflettere su tale ingente acquisto: c’è un altro particolare decisamente importante da non sottovalutare. Perché circa un anno fa era stata Google a essersi interessata a WhatsApp e si pensava che l’affare dovesse chiudersi a 1 miliardo di dollari.

Poi l’affare non si è più fatto, sebbene le parti fossero già avviate ed ecco che un anno dopo Facebook acquista l’intera torta per una cifra astronomica, lasciando la propria gigantesca impronta sul mobile e sui servizi di messaggistica istantanea. 

 

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Facebook vs Google: ha vinto Zuckerberg?

Mentre alcuni utenti hanno manifestato sul web la propria delusione nei confronti di tale acquisto affermando di voler cambiare servizio di messaggistica online, l’operazione multimiliardaria che ha reso felici fondatori e dipendenti di WhatsApp ha rivelato infatti un’importante verità: Facebook ha superato Google nella rincorsa al mobile. Sì, certo, Google detiene ancora Android, ma si sta muovendo anche in altri spazi tecnologici che potrebbero rivoluzionare il nostro futuro, correndo il rischio di pagare caro l’abbandono di WhatsApp. Un articolo del Sole24Ore risalente all’aprile scorso metteva infatti in risalto come Google fosse preoccupata di fronte a un’avanzata di Facebook sul fronte mobile. Quasi un anno dopo possiamo sicuramente affermare come Zuckerberg abbia vinto la corsa aggiudicandosi il servizio e al contempo promettendo che tutto resterà identico.

Anche Jan Koum, uno dei fondatori di WhatsApp (l’altro è Brian Acton), ha voluto tranquillizzare gli utenti iscritti che il servizio non si farà divorare dalle pubblicità, ma vogliamo davvero credere che l’acquisto da parte di Facebook non cambi le carte in tavola? Certo che le cambia: l’acquisto di WhatsApp ci confessa una verità incontrovertibile, ovvero che Facebook è vivo e ha ancora una lunga vita davanti a sé. Dopo Paper, che ha reso il social network molto più chiaro e lineare, ora Facebook si lancia con prepotenza nel settore mobile, andando quasi a detronizzare Google, o comunque standogli molto vicino. Insomma, chi pensava che Facebook fosse destinato a morire, si è sbagliato di grosso. 

 

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Facebook compra WhatsApp: cosa cambierà?

Il 2014 si appresta a diventare un anno molto importante per Facebook, che ha festeggiato 10 anni creando album nostalgici per i suoi utenti, ha rivitalizzato la propria struttura grafica (e per certi versi concettuale) grazie a Paper e ora ha anche acquistato WhatsApp. Ma cosa cambierà dopo uno degli acquisti più importanti dell’anno? E’ quello che si chiedono con un po’ di timore i 450 milioni di utenti iscritti al servizio. 

A rassicurarli ci ha pensato subito Zuckerberg, nello stesso status in cui ha comunicato l’acquisto del servizio. Il CEO di Facebook quasi trentenne ha infatti scritto: “WhatsApp continuerà a operare in modo indipendente all’interno di Facebook. La roadmap del prodotto resterà invariata e la squadra resterà a Mountain View. Nei prossimi anni lavoreremo sodo per aiutare WhatsApp a crescere e connettere il mondo intero”, per poi aggiungere: “WhatsApp integrerà i nostri servizi di chat e di messaggistica esistenti per fornire nuovi strumenti per la nostra comunità.

Facebook Messenger è ampiamente utilizzato per chattare con i tuoi amici di Facebook e WhatsApp per comunicare con tutti i tuoi contatti e piccoli gruppi di persone. Dal momento che WhatsApp e Messenger vengono usati in questi modi diversi tra loro e altrettanto importanti, continueremo a investire in entrambi, al fine di renderli grandi prodotti per tutti”. 

Insomma, niente cambia, tutto resta immutato. Zuckerberg e Koum lavoreranno insieme per un mondo più connesso e integrato a livello sociale e di comunicazione. Tutto molto bello. Tranne che per Google.