L’elenco delle nuove tecnologie rischia di essere infinito oggi, anche per questo motivo molte di esse vengono trascurate finché non portano a galla risultati concreti. Fa specie però che ultimamente si parli dell’esistenza del raggio traente, ovvero quella tecnologia puramente fantascientifica che finora abbiamo visto in Star Trek e Star Wars e che ha la funzione di catturare o respingere le astronavi e/o altri corpi celesti attraverso l’emissione dei raggi di forza. Insomma, uno strumento di cui al massimo possiamo leggere nei libri di fantascienza o guardare nei film sempre del genere sci-fi.

E invece, il cosiddetto tractor beam esiste: una squadra di ricercatori e scienziati e britannici, in collaborazione con la società Untrahaptics, ha infatti realizzato questa nuova tecnologia aprendo diversi spiragli in molti ambiti, tra cui quello scientifico, utilizzando le onde sonore per attirare gli oggetti.   E l’esperimento ha funzionato. L’autore dello studio Asier Marzo ha commentato così il successo del primo test: “Un’esperienza incredibile vedere per la prima volta un oggetto catturato dal raggio traente”. L’esperimento si è avvalso di ben 64 micro casse posizionate su un piano, da cui sono partiti diversi suoni, le cui vibrazioni, sotto un accurato controllo, hanno testimoniato non soltanto di saper catturare l’oggetto attraverso la forza di attrazione, ma anche di muoverlo in qualsiasi direzione. Il controllo del suono, dunque, ha consentito di sviluppare il cosiddetto raggio traente, influendo pertanto sul movimento degli oggetti nello spazio. Le vibrazioni, intrecciatesi nell’aria, se ben controllate e sfruttate riescono pertanto a controllare il movimento di un oggetto.   Tutto molto bello, ma quale può essere l’impatto sul nostro futuro e come tale scoperta può contribuire a migliorare la nostra vita? Dalle prime stime si pensa che un giorno, controllando opportunamente le vibrazioni dei suoni, si avrà la possibilità di controllare strumenti medico-scientifici senza che questi vengano a contatti con il corpo umano, e ciò potrebbe avvenire specialmente in ambito medico (soprattutto in quello della microchirurgia) e farmacologico.
Naturalmente, per il momento, il raggio traente può catturare solo oggetti di piccole dimensioni, ma non è escluso che in futuro tale potenzialità venga allargata anche agli oggetti di dimensioni più grandi. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Communication, ha fatto e sta facendo parlare molto di sé. Attendiamo nuovi sviluppi, sperando che tale nuova tecnologia possa essere annoverata un giorno tra quelle che hanno visto la luce del sole.