Ebbene sì, anche il mondo delle criptovalute ha preso ispirazione da quello di Tolkien e del Signore degli Anelli. Nasce infatti JRR Token, una meme crypto che giocando con l’assonanza linguistica del noto autore britannico, prova a sfondare nel mondo delle criptomonete.

Criptovaluta del Signore degli Anelli

Per pubblicizzare la trovata qualche settimana fa la crypto ha parafrasato proprio la poesia dell’anello, facendo il verso al noto testo presente ne Il Signore degli Anelli. “Un token per domarli, un token per trovarli, un token per ghermirli e nel buio incatenarli”, tradotta in italiano secondo la nota versione della Alliata, sarebbe un po’ diversa invece nella versione di Ottavio Fatica.

Ma non perdiamoci in questioni che stanno ancora dividendo gli appassionati italiani, e addentriamoci in questa nuova diavoleria, opera di Saruman o Sauron in persona.

Secondo il fandom infatti la crypto ispirata al Signore degli Anelli viene direttamente da Mordor. Quale opera malvagia infatti può pensare di associare l’antimodernismo del professore addirittura con le criptovalute? In realtà, ai tanti commenti negativi dei fans che su Twitter hanno bocciato l’iniziativa hanno risposto proprio gli sviluppatori. Chi taccia tali ideatori di essere servi di Saruman si è beccato una netta confutazione: “Saruman stava cercando di unificare la Terra di Mezzo sotto un governo centralizzato dove la fratellanza voleva il decentramento, e la criptovaluta è nota per permettere la creazione di reti decentralizzate”.

Come funziona la Criptovaluta del Signore degli Anelli

Abbiamo già accennato al fatto che si tratta di una meme coin, ossia una Criptovaluta in stile Dogecoin che vive e si alimenta con la vitalità del web, nel momento infatti in cui non se ne parla più, la crypto perde di valore. Così come per i bitcoin, anche nel caso di JRR Token, il valore cresce a ogni utente che si aggiunge alla rete.

C’è da dire, però, che il 3% di ogni transizione effettuata con i JRR Token finisce in un pool di liquidità, deposito fondi basato su tecnologia blockchain. Questa percentuale quindi può finire in seguito in un dark pool, ossia una borsa digitale nella quale è possibile effettuare operazioni anonimamente, facendo perdere ogni traccia dei quantitativi scambiati.

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