La guerra al traffico di armi, al terrorismo cybernetico, al mercato nero degli organi e del sesso si combatte anche nell’altra faccia di internet, quella oscura ovviamente, attraverso un motore di ricerca lanciato dal Dipartimento per l’Innovazione del Ministero della Difesa americano (Darpa): il Memex. Questo search engine governativo è infatti pensato per esplorare proprio il lato oscuro del web, ovvero il 90% delle pagine prodotte ma che non sono reperibili dai normali Google, Yahoo! e Bing (che rappresentano il 5% della totalità della rete).

  Lo scopo di Memex consiste nel raggiungere il maggior numero di pagine possibile, focalizzandosi prevalentemente su quelle nascoste e su quelle che celano/rivelano attività illecite, soprattutto legate al traffico di armi e alla pedofilia online, al traffico del sesso e a tutti quei business oscuri che rappresentano la stragrande maggioranza dei contenuti che appaiono sulla darknet. L’intento di scandagliare il deep web è pertanto ritenuto indispensabile soprattutto per analizzare quelle attività che in altro modo non sarebbe possibile smascherare.   Come ha affermato il direttore dell’Information Innovation Office del Darpa, Dan Kaufman: “La maniera più semplice di pensare Memex è la seguente: come posso rendere visibile l’invisibile?” Si punta quindi ai parassiti che vivono nel web e a “togliere loro la capacità di usare internet contro di noi” con la finalità maggiore di “rendere il mondo un posto migliore”.   Internet stanno facendo cose buone”, ha detto Kaufman. “Ma ci sono parassiti che vivono lì, e cerchiamo di togliere loro la capacità di usare internet contro noi — e rendere il mondo un posto migliore”. Certo, anche la nostra privacy potrebbe essere minacciata, ma a fronte di un attacco al crimine organizzato e ben nascosto – e soprattutto sparpagliato nel 90% del totale della rete – i comuni cittadini sanno chiudere un occhio. Fa specie infatti pensare ai 60 milioni di annunci di trafficanti postati dal 2013 a oggi negli Stati Uniti.