Il mondo fintech sta interagendo sempre più con quello quotidiano e reale di tutti i giorni, e anche le chatbot stanno diventando sempre più efficienti. Un passo avanti che in Italia potremmo ottenere con Indigo.ai, startup fintech che crea chatbot a base di intelligenza artificiale per i propri clienti.

Fintech, la chatbot per le banche

Il successo di Erica, l’assistente virtuale di Bank of America, ha aperto nuovi scenari anche per questo settore. La pandemia anche in questo caso potrebbe aver giocato un ruolo cruciale, con le banche che si sono viste costrette ad assolvere compiti sempre più delicati, avendo a che fare con clienti in affanno per la crisi economica che stiamo vivendo e nuove priorità da gestire.

Inoltre, a complicare come sempre le cose, la grande velocità che il mondo tecnologico che abbiamo creato ci impone. Il tempo è denaro, si diceva un tempo, ma mai come in questa era, questo vecchio detto è calzante.

Le grandi banche sanno bene, oggi più che mai, che la risposta immediata per una pratica o una qualsiasi richiesta dell’utente, è già metà del lavoro da svolgere. Ecco dunque l’importanza di affidarsi a un’intelligenza artificiale che sia in grado di compiere le operazioni principali, guidare i clienti durante le operazioni di home banking e aiutarli nella gestione dell’interfaccia. Ma non è tutto, perché Erica impara a ogni interazione e si pronostica che in futuro sarà anche in grado di sviluppare operazioni più complesse, come dare veri e propri consigli finanziari al cliente.

Indigo.ai, fintech italiana

Per fortuna l’Italia non sta a guardare, la fintech Indigo.ai infatti si propone proprio come soluzione a questo tipo di problema diventando quindi filiale bancaria con tanto di intelligenza artificiale. In questo senso la Psd2 (Direttiva dei Sistemi di Pagamento) dovrebbe facilitare le cose.

Tale direttiva regolamenta i servizi di pagamento e i gestori dei servizi di pagamento all’interno dell’Unione europea, purtroppo però tra il fintech e il mondo bancario c’è ancora un grosso gap e il margine appare più ampio di quanto si potesse ipotizzare.

I processi risultano infatti ancora estremamente complicati, cosa che spiega la lentezza dell’Italia nel mettersi in pari con le altre grandi realtà del settore. Certo, non solo l’Italia sembra essere indietro. In realtà, a parte il caso statunitense, si contano ancora pochi exploit nel mondo. Un esempio può essere quello di WeChat in Cina e Santander in Spagna. Anche la banca in questione infatti ha iniziato a utilizzare i bot per effettuare un’analisi dei rischi relativi ai prestiti richiesti dai clienti.

Insomma, con Indigo.ai potrebbero aprirsi interessanti scenari in questo senso anche per il nostro paese, con assistenti virtuali in stile Paolo di WeBank, ma capaci col tempo di migliorare grazie alle numerose interazioni coi clienti (machine learning, deep learning e AI) e diventare un vero e proprio consulente bancario. Sulla piattaforma della fintech nostrana si legge: “Costruisci e gestisci strumenti di AI con un solo click. Automatizzare l’esperienza dei tuoi utenti con chatbot e sistemi intelligenti di messaggistica non è mai stato così facile. Crea e installa assistenti senza codice direttamente sulla piattaforma AI per non rispondere alla stessa domanda un milione di volte”. È inoltre possibile richiedere una demo.

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