Con l’annuncio del nuovo software Universal Forensic Extraction Device da parte di Cellebrite gli organi garanti della privacy stanno un attimo iniziando a farsela nei pantaloni. E già, perché l’azienda israeliana ha assicurato che con questo software non c’è protezione e sicurezza che tengano, qualsiasi smartphone diventa vulnerabile.

Cellebrite, e la privacy va a farsi benedire

Qualsiasi iPhone può essere violato con il nuovo software di Cellebrite, così come anche qualsiasi Android, e naturalmente l’hackeraggio non si limita solo agli smartphone, anche se pare di aver capito dalla presentazione che resta questa la specialità del software, ovvero la violazione degli smartphone.

Ma perché tutto questo? Naturalmente c’è una motivazione nobile alla base, l’azienda israeliana infatti sta collaborando con le forze dell’ordine affinché possaono recuperare i dati dai dispositivi bloccati durante indagini.

Le implicazioni però possono essere davvero preoccupanti. La speranza è che questo software non finisca mai in mani sbagliate. Ed è proprio qui che sorge un grande problema, la versione Premium infatti di questo dispositivo è in commercio, basta quindi pagare per entrarne in possesso. A questo punto vi basterà possedere fisicamente il device da craccare per scoprirne ogni segreto.

Come uscirne vivi quindi da questo nuovo grosso problema di sicurezza? Se Cellebrite fa sostanzialmente solo il suo lavoro, che ha quanto pare quindi è perfettamente legale, dall’altro lato le big come Google e Apple lavorano per proteggersi da questi software, ci aspettiamo quindi nuove patch di sicurezza, ma al di là dei tentativi di difendersi, l’impressione è che sia proprio il sistema a questo punto in contraddizione, e che quindi un modo per aggirare le protezioni sarà sempre possibile trovarlo.

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