La lira turca ha varcato il tasso di cambio di 40 contro il dollaro, perdendo quest’anno quasi il 12% e malgrado il deprezzamento di pari entità del biglietto verde contro le principali valute mondiali. L’inflazione nel mese di giugno è scesa sotto le aspettative, pur restando al 35%. Il mercato si aspetta che la banca centrale tagli i tassi di interesse, risaliti al 46% dopo le tensioni finanziarie a marzo. Per agevolare l’allentamento monetario, il governo ha preso di mira i prelievi bancari e gli investimenti nei fondi in valuta locale. I risparmiatori sono stati appena raggiunti da una stangata. L’imposta sui prelievi dai depositi fino a 6 mesi sale dal 15% al 17,5%, dal 12% al 15% per i depositi da 6 a 12 mesi e dal 15% al 17,5% sui fondi d’investimento.
Lotta a deficit e dollarizzazione
Per quest’anno il ministro delle Finanze, Mehmet Simsek, ha già messo le mani avanti circa il mancato raggiungimento del target del 3,1% di deficit rispetto al Pil per quest’anno. Le entrate non stanno aumentando come da previsioni, ha ammesso. Dunque, la stangata sui prelievi bancari servirà essenzialmente a reperire una nuova fonte di entrate per ripianare i conti pubblici. E l’obiettivo secondario, se non principale, sarebbe di contrastare la dollarizzazione.
In effetti, la stangata spingerà i risparmiatori a rinviare i prelievi bancari per sfuggire all’imposta. Tuttavia, ogni mese che passa detenendo valuta locale può intaccare il potere di acquisto. Con un’inflazione ancora al 35% e un deprezzamento del cambio costante, accedere ai dollari conviene senza dubbio. A marzo, la banca centrale si vide costretta a rialzare i tassi di 350 punti base dopo che li aveva tagliati di 800 punti nei mesi precedenti.
L’arresto del sindaco di Instabul, Ekrem Imamoglu, avversario politico del presidente Recep Tayyip Erdogan, aveva scatenato una nuova fuga dei capitali e rinvigorito le tensioni politiche.
Prelievi bancari termometro per lira turca
I risparmiatori turchi sono abituati a barcamenarsi tra depositi in valuta locale e straniera per proteggersi da inflazione e svalutazione. I prelievi bancari tra gli uni e gli altri fungono da termometro per valutare lo stato di salute della lira turca. Gli analisti sostengono che queste misure favoriranno gli investimenti azionari diretti, sfuggenti alla stangata. Non a caso ieri il BIST 100 alla Borsa di Istanbul saliva dell’1,80%. Da inizio anno guadagna poco più del 5%, meno di quanto abbia perso la lira. In dollari, un saldo negativo del 6,5%.
giuseppe.timpone@investireoggi.it


