Con la firma del rogito notarile del 5 novembre a Palazzo Marino, le società Inter e Milan sono diventate le proprietarie dello stadio San Siro. Prezzo concordato con il Comune di Milano: 197 milioni di euro. L’acquisto è stato reso possibile grazie a un finanziamento concesso da Goldman Sachs e JP Morgan per 90 milioni, insieme alle italiane Banco BPM e Banca BPER. La vendita è arrivata al termine di un iter lunghissimo, durato ben 6 anni e costellato da intoppi burocratici, amministrativi, politici e persino giudiziari. In concomitanza alla firma è stata annunciata un’indagine per turbativa d’asta dalla Procura di Milano, a testimonianza di quanto complicata resti la vicenda.
Stadio San Siro demolito al 90%
Ufficialmente noto come “Giuseppe Mezza”, lo stadio di San Siro sarà demolito al 90%. Solo una porzione del secondo anello sarà conservata per i vincoli paesaggistici. Questi sarebbe scattati sull’intero impianto dal 10 novembre se la proprietà fosse rimasta pubblica. Del progetto si occuperanno due studi di architettura di fama mondiale: Foster + Partners e Manica Architecture. Il nuovo impianto avrà una capienza di 71.500 posti e sorgerà a fianco di quello attuale.
Ristrutturazione impossibile
Dopo l’acquisto, il presidente del Milan, Paolo Scaroni, ha così giustificato la mancata ristrutturazione dello stadio San Siro: sarebbe stato impossibile effettuare i lavori senza poter ospitare i 50-70.000 spettatori che ogni 2-3 giorni seguono le partite di calcio. Nei dintorni di Milano, infatti, non esiste un impianto alternativo con una simile capienza. Pertanto, il nuovo stadio sarà costruito nell’attuale area parcheggi e solo quando sarà completato, quello attuale sarà demolito.
La vendita congiunta dello stadio San Siro a due società è un fatto inedito in Europa.
Il progetto costerà complessivamente intorno a circa 1,5 miliardi di euro, considerati sia i costi diretti della costruzione, che del parcheggio sotterraneo da 3.600 posti, l’area commerciale, i musei, ecc. Il costo, tuttavia, sarebbe sostenibile. Stando alle previsioni delle due società di calcio, i ricavi da stadio lieviterebbero di 100 milioni di euro all’anno per ciascuna di esse.
Maggiori ricavi, ecco come
Pensate che il record è stato sinora quello appena segnato nella stagione passata dall’Inter con 98,8 milioni incassati grazie anche alle partite casalinghe giocate per la Champions League. Nel dettaglio, i maggiori ricavi sarebbero legati a diversi fattori. Ad esempio, le 500.000 visite annue attese ai musei porterebbero in dote 5 milioni in più complessivi. I parcheggi sotterranei frutterebbero altri 10 milioni. L’area commerciale e il marketing farebbero il resto. Per non parlare del fatto che il nuovo stadio San Siro ospiterebbe manifestazioni all’infuori del calcio, i cui ricavi andrebbero alla proprietà.
Infine, i “naming rights”. Trattasi dei diritti di denominazione del nuovo impianto, che dovrebbero fare introitare fino a 25 milioni in più all’anno a ciascuna società. I lavori inizieranno verosimilmente dopo un anno dall’avvio della progettazione, mentre si concluderebbero entro il 2030 o agli inizi del 2031. Giusto in tempo per ospitare gli Europei di Calcio del 2032, che l’Italia organizzerà insieme alla Turchia.
Impatto positivo sull’economia locale
L’impatto economico è stimato fino a 4,5 miliardi. La vivacizzazione commerciale di un’area di Milano sfruttata sinora solo parzialmente avrebbe effetti positivi, ad esempio, sul mercato immobiliare locale. Si attende una rivalutazione delle case nel quartiere in base a quanto accaduto in altre zone come CityLife. Giuseppe Marotta, presidente dell’Inter, ha evidenziato come negli ultimi 15 anni di stadi nuovi in Europa ne siano stati costruiti 53, di cui solo 3 in Italia.
Stadio San Siro emblema italiano
Per quanto la vicenda attorno allo stadio di San Siro possa apparire relegata al calcio e alla città di Milano, essa è diventata emblematica di tutto ciò che non funziona nel sistema Italia. Lentezza burocratica snervante, opposizioni di una miriade di portatori di interessi e ostilità della sfera pubblica all’innovazione, anche a costo di perdere opportunità di sviluppo. Per questo Inter e Milan puntano adesso a trasformare il caso in un successo di portata continentale. A fine settembre la giunta del sindaco Beppe Sala ha rischiato di cadere sulla vendita. Una parte della sua maggioranza ha votato contro e solo il soccorso in extremis di Forza Italia ha salvato l’operazione. Le polemiche sembrano tutt’altro che finite.
giuseppe.timpone@investireoggi.it

