La Manovra di bilancio per il 2026 è entrata in una fase decisiva del suo iter parlamentare. Il calendario prevede il voto del Senato nella giornata di lunedì 22 dicembre, passaggio che precede l’immediato approdo del testo alla Camera dei Deputati. In questo contesto, l’attenzione di molti contribuenti resta concentrata su una misura che continua a far discutere: la rottamazione quinquies, nuova versione della definizione agevolata dei debiti iscritti a ruolo.
La rottamazione quinquies rappresenta una delle misure più attese dell’intera manovra. Si tratta di una sanatoria che consente di regolarizzare determinate posizioni debitorie con il fisco e con gli enti previdenziali, beneficiando di un forte alleggerimento degli importi dovuti.
Il testo predisposto dal Governo, tuttavia, è ancora oggetto di confronto politico e tecnico, con possibili modifiche che potrebbero incidere in modo rilevante sulle condizioni di accesso e sui costi per chi aderisce.
Rottamazione quinquies: panoramica generale della nuova sanatoria
Per comprendere la portata dei correttivi in discussione, è utile partire dalla formulazione originaria contenuta nel disegno di legge di bilancio. La sanatoria (la quinta, mentre è in corso ancora la rottamazione quater) riguarda i carichi affidati agli agenti della riscossione in un arco temporale molto ampio, che va dal 1° gennaio 2000 fino al 31 dicembre 2023 (la quater si ferma al 30 giugno 2022). Non tutti i debiti, però, rientrano automaticamente nel perimetro della misura.
Possono essere inclusi nella rottamazione quinquies i debiti derivanti dal mancato versamento delle imposte che emergono dalle dichiarazioni fiscali annuali, così come quelli scaturiti dai controlli automatici e formali effettuati dall’Agenzia delle Entrate. Rientrano anche i contributi previdenziali dovuti all’INPS, purché non richiesti a seguito di veri e propri accertamenti.
Restano, quindi, esclusi i debiti che nascono da contestazioni più gravi o da verifiche approfondite.
Il principale vantaggio della definizione agevolata è di natura economica. L’adesione consente di estinguere il debito pagando esclusivamente la quota capitale, senza dover corrispondere sanzioni e interessi. Restano dovute solo alcune somme accessorie, come i costi sostenuti per le procedure di notifica e per eventuali azioni esecutive già avviate. In questo modo, l’importo complessivo da versare risulta sensibilmente ridotto rispetto a quello originariamente richiesto.
Le date da segnare per aderire e pagare
Per accedere alla rottamazione quinquies è prevista la presentazione di richiesta. La domanda per la rottamazione quinquies si fa all’Agenzia delle Entrate-Riscossione entro il 30 aprile 2026. L’ente comunicherà l’esito della richiesta entro il 30 giugno dello stesso anno. Al momento dell’adesione, sarà possibile scegliere tra il pagamento in un’unica soluzione oppure la rateizzazione.
La soluzione rateale consente di suddividere il debito in un massimo di 54 rate con cadenza bimestrale. Il versamento in un’unica tranche dovrà avvenire entro il 31 luglio 2026. In caso di rateizzazione, le prime tre scadenze sono fissate rispettivamente al 31 luglio, al 30 settembre e al 30 novembre 2026. A partire dal 2027, i pagamenti proseguiranno con sei appuntamenti annuali, fino ad arrivare alle ultime tre rate previste nei primi mesi del 2035.
Il piano rateale non è privo di costi aggiuntivi. Dal 1° agosto 2026, infatti, sulle somme ancora dovute maturano interessi annui nella misura del 4 per cento. Inoltre, non trovano applicazione le regole ordinarie sulla dilazione dei pagamenti previste dalla normativa sulla riscossione. Particolare attenzione va posta anche alle cause di decadenza: la perdita dei benefici scatta in caso di mancato pagamento, anche parziale, di due rate, pure se non consecutive, oppure in caso di omesso versamento dell’ultima rata.
I possibili correttivi alla rottamazione quinquies
Proprio su questi aspetti si concentra il dibattito parlamentare. Tra le ipotesi più accreditate figura la riduzione del tasso di interesse applicato ai pagamenti rateali, che potrebbe scendere dal 4 al 3 per cento annuo (per la quater è stato fissato al 2%). Un altro correttivo allo studio riguarda l’estensione della sanatoria anche ai debiti derivanti da avvisi di accertamento, ampliando così la platea dei potenziali beneficiari.
Non manca, infine, la proposta di rendere meno rigide le condizioni di decadenza. In particolare, si discute dell’eliminazione della causa legata al mancato pagamento dell’ultima rata, una previsione considerata altamente penalizzante per chi ha rispettato regolarmente tutte le scadenze precedenti e si trova a perdere i benefici proprio al termine del percorso.
La rottamazione quinquies, dunque, resta una misura centrale della Manovra 2026, ma il suo assetto definitivo dipenderà dalle scelte che verranno compiute nel corso dell’esame parlamentare. Le modifiche in discussione potrebbero renderla più accessibile e sostenibile, rafforzando l’obiettivo di favorire la regolarizzazione dei debiti e di alleggerire il carico fiscale e previdenziale su famiglie e imprese.
Riassumendo
- La Manovra 2026 entra nel vivo con il voto parlamentare atteso a fine dicembre.
- La rottamazione quinquies consente di regolarizzare debiti fiscali e contributivi senza sanzioni.
- Sono inclusi i carichi affidati alla riscossione dal 2000 al 2023.
- L’adesione prevede domanda entro aprile 2026 e pagamento unico o rateale.
- Il piano rateale arriva fino al 2035 con interessi annui al 4 per cento.
- In discussione riduzione interessi, ampliamento beneficiari e regole di decadenza più flessibili.