Dovete acquistare casa o fittarla? Un vostro parente si è trasferito e voi non volete fare un contratto daccapo? In queste occasioni basta chiedere una voltura o un subentro. Sono due parole che certamente tutti avranno sentito almeno una volta nella vita e delle quali, però, non si conosce l’esatta differenza.

Ovviamente effettuare una delle due operazioni indicate richiede dei costi che solitamente si aggirano intorno ai 50 euro più Iva. Questa cifra, però, si paga una tantum nella prima fattura utile.

Per quanto riguarda la tempistica, per la voltura ci vogliono in media 7 giorni lavorativi sia per la luce che per il gas. Per il subentro, invece, circa 7 giorni per la luce e 12 per il gas.

Ecco, dunque, qual è la differenza precisa tra i due termini.

La differenza

La sostanziale differenza tra voltura e subentro riguarda la trasmissione di un contratto o di un servizio da un soggetto a un altro. Il primo termine si usa in particolar modo nel contesto delle utenze domestiche come l’acqua, l’elettricità o il gas. Essa si attua quando il titolare di una fornitura di servizi decide di trasferire la responsabilità del contratto di fornitura già attivo a un’altra persona. Per effettuare tale operazione si può tranquillamente contattare il servizio clienti del fornitore e seguire la procedura comunicata. Ovviamente vanno presentati dei documenti e, generalmente, tale azione può essere eseguita anche in modalità online.

Il subentro, invece, prevede la riattivazione della vecchia fornitura oramai disattivata perché nell’appartamento non arriva più corrente elettrica, gas o acqua. Succede di solito perché l’immobile è rimasto per un po’ disabitato e il vecchio proprietario ha deciso di disattivare le utenze per risparmiare sui costi. In questo caso bisogna affrettarsi e scegliere un nuovo fornitore che si occuperà dell’operazione di subentro.

Voltura e subentro: che differenza c’è, quando va fatta una o quando l’altra

Come spiegato, la voltura è l’operazione con la quale si richiede il cambio dell’intestatario delle bollette (luce, gas e acqua) di utenze ancora attive.

L’altro, invece, ovvero il subentro, si richiede quando il contatore non è attivo e si desidera riattivarlo. A chi si chiede cosa conviene fare, rispondiamo che dipende da caso a caso se si ha un contratto di fitto. Se, ad esempio, le bollette di luce e gas non rientrano nei costi pattuiti, conviene sempre chiedere la voltura intestandosi i contratti delle utenze.

Per quanto riguarda i dati che vengono richiesti per la voltura o il subentro, essi sono prima di tutto quelli personali. Parliamo del codice fiscale, della carta di identità dell’intestatario del contratto, dell’indirizzo di residenza e del numero di telefono.

Per quanto riguarda la luce, inoltre, servirà il codice Pod mentre per il gas quello Pdr. Il primo è un codice alfanumerico che identifica in maniera univoca il punto in cui l’energia elettrica viene prelevata dalla rete nazionale. Quello Pdr, invece, identifica l’utenza del gas in maniera univoca. Consta di 14 numeri con i primi 4 che identificano il distributore di gas nella propria zona. Gli altri, invece, identificano l’utenza vera e propria. Tutti e due questi codici si trovano in prima pagina della bolletta o alle volte anche sul contatore.

Inoltre servirà l’autolettura del contatore nonché le coordinate del conto corrente se il pagamento viene effettuato mediante Sdd. Per l’elettricità servirà anche sapere qual è la potenza impegnata (solitamente è 3 chilowattora) nonché se si tratta di prima casa. C’è una tariffa agevolata, infatti, per i residenti ma va inviata l’autocertificazione di residenza anagrafica.

Sommario…

1. La voltura e il subentro sono operazioni diverse
2. Con la voltura si richiede il cambio dell’intestatario delle bollette di utenze ancora attive
3.

Con il subentro si richiede la riattivazione della fornitura disattivata
4. Per chiedere voltura e subentro sono necessari alcuni dati con il Pod e il Pdr.

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