Arriva una pronuncia dall’Arbitro Bancario Finanziario in merito alla truffa dell’sms. Essa ha dato ragione ad un consumatore, vittima di sms spoofing, e condannato Poste Italiane a risarcire il cliente di 11 mila euro. Il messaggio infatti sembrava davvero della propria banca. Ecco com’è andata.

Truffa dell’sms: Poste Italiane deve risarcire 11 mila euro, arriva la sentenza dell’Abf

Un consumatore pugliese, come comunica anche Larepubblica.it, era rimasto vittima di una truffa tramite sms per la quale aveva perso ben 11.600 euro.

Aveva ricevuto un sms da un numero che in apparenza sembrava riconducibile a Poste Italiane dove aveva il conto corrente. È così caduto nella trappola ed ha inserito i dati come richiesto. I malfattori hanno quindi avuto l’accesso ai suoi dati ed effettuato un bonifico a suo nome. Il risparmiatore non è riuscito a trovare un accordo con Poste per cui si è rivolto all’Abf che nei giorni scorsi con una sentenza gli ha dato ragione. Poste Italiane dovrà quindi riconoscergli la cifra di 11.666 euro.
L’Arbitro ha ritenuto infatti il sistema di autenticazione e di protezione di Poste non conforme con lo Strong Customer Authentication altrimenti il danno non ci sarebbe proprio stato. L’avvocato Sergio Tomaino (difensore del malcapitato) è felice di questo risultato e consiglia a tutte le vittime di truffe online di rivolgersi all’Abf. Si ricorda però che le pronunce dell’Abf non sono vincolanti ma si tratta comunque di un’importante vittoria per le vittime di phishing ma anche di sms spoofing come in questo caso.

Cosa fare in caso di truffa via sms

Il Coordinamento Nazionale “Dalla Parte del Consumatore” in tutto il 2021 ha cercato di aiutare i consumatori, vittime di truffe online. Ciò non soltanto prestando assistenza ma anche mediante una campagna informativa mirata alla prevenzione di tali frodi. Proprio per questo ricorda che le società di gestione carte di credito o gli Istituti Bancari non chiederanno mai dati sensibili via e-mail, tramite messaggio o telefono.

E non chiederanno nemmeno di effettuare pagamenti pilotati. Qualora si dovessero ricevere tali messaggi, quindi, non si dovrà dare alcun seguito ad essi e non fornire mai dati.
Gli avv. Emilio Graziuso e Massimo Bomba del Coordinamento consigliano comunque alle vittime di truffe (che purtroppo sono molte) di contattare la propria banca o la società che ha emesso la carta disconoscendo le operazioni truffaldine. Consigliano inoltre di bloccare il conto corrente o la carta di credito in modo tale che i dati non possano essere riutilizzati. Le vittime di frode, poi, dovranno sporgere denuncia alla Polizia Postale ed inoltre portare quest’ultima alla propria Banca o alla società che ha emesso la carta. Inoltre dovranno inviare una diffida con richiesta di rimborso delle cifre sottratte illegalmente.
Nel caso in cui il destinatario dovesse rifiutare di rimborsare, poi, nel caso ci siano le possibilità, si dovrà promuovere un’azione giudiziale. Prima però dovrà esserci un tentativo obbligatorio di mediazione finalizzata alla conciliazione oppure una procedura davanti l’Abf.

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